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Volkswagen: Muller, dieselgate punto di svolta ma resta incognita Usa

10 dicembre 2015 | 15.59
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 - AFP
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Le responsabilità diretta del dieselgate sono di un numero "relativamente piccolo di persone" e tutti "ne risponderanno" ma il gruppo Volkswagen "sta ridefinendo i propri target e sta rivedendo la propria strategia per i prossimi 10 anni: faremo il possibile per superare questa situazione ma non ci faremo paralizzare". Chi dalla conferenza stampa dei vertici di VW - l'ad Matthias Muller e il presidente del consiglio di sorveglianza Hans-Dieter Poetsch - si aspettava 'scuse in ginocchio' (come ha suggerito un giornalista) è rimasto sicuramente deluso.

A due mesi dallo scoppio dello scandalo emissioni i vertici del principale costruttore europeo hanno voluto fare a Wolfsburg il punto con la stampa per riaffermare la volontà di una ripartenza 'da zero' su certi atteggiamenti che hanno consentito gli "errori". L'incontro e' stato però soprattutto l'occasione per ribadire la solidità di un gruppo, che - ha ribadito Muller - vanta "liquidità e risultati abbastanza forti da non farci pensare nemmeno alla vendita di asset: non esiste nessun progetto di vendere qualcuno dei nostri marchi".

In realtà tutto dipende dal 'conto finale': "Non intendo fornire cifre su quanto ci costerà" lo scandalo, ha spiegato l'ad di VW, anche perché restano ancora da stabilire in maniera definitiva ampiezza, soluzioni tecniche, multe e indennizzi. E se sul fronte europeo la situazione sembra essere stata 'arginata', i mal di testa arrivano soprattutto da oltreoceano.

Riorganizzazione nel segno della sussidiarietà, ci sarà più autonomia

"Purtroppo - ha ammesso Muller - negli Usa la situazione è più complicata che in Europa" perchè "la soluzione di adottare un retrofit" per le vetture coinvolte nello scandalo emissioni "è più impegnativa". "Comunque abbiamo un dialogo costante e intenso con le autorità Usa e pensiamo di aver fatto progressi significativi nelle ultime settimane" ha aggiunto l'ad che non ha escluso la possibilità, "se necessario, di fornire un sostituto per la mobilità" dei clienti, un'espressione che sembra aprire la porta a eventuali 'scambi' di vetture in caso di contestazioni e impossibilità di rispettare i parametri di legge.

Muller - che ha annunciato la partecipazione al salone di Detroit a inizio 2016, per la prima volta negli Usa dallo scoppio del dieselgate - ha preferito porre l'accento sulla trasformazione che questa vicenda comporterà per VW: questa vicenda, ha osservato, "sara' un catalizzatore" per il gruppo.

"Sembra un cliché ma questa crisi è una opportunità per Volkswagen, vogliamo ridefinire strutture, atteggiamenti e la corporate culture del gruppo", una evoluzione che - ha spiegato - inizierà nel primo trimestre del prossimo anno ma che giungerà a completamento solo nel 2017. Sul fronte organizzativo Muller ha precisato che "marchi e regioni avranno una maggiore autonomia, le decisioni andranno prese dove ha senso che vengano prese mentre il management centrale si concentrera' maggiormente sui propri compiti" di pianificazione. "In politica - ha sottolineato - questo principio si chiama sussidiarietà".

La ristrutturazione del gruppo passerà inevitabilmente attraverso una riduzione dell'offerta dei numerosi marchi: "Dovremo rivedere le gamme e vedere quali prodotti sono redditizi" ha spiegato Muller che però ha confermato un progetto costoso e di nicchia come quello della prossima supercar Bugatti, la Chiron che farà il suo debutto al salone di Ginevra nel marzo 2016.

"Situazioni come queste distruggono la fiducia e non abbiamo intenzione di ripetere queste esperienze" - ha aggiunto l'ad di VW - "Vi do' la mia parola: non ci fermeremo fino a che i nostri clienti non saranno soddisfatti: la nostra priorità è quella di offrire loro soluzioni tecniche" ma anche di coprire disagi e perdite economiche legati al dieselgate. Muller non ha infatti escluso di includere nell'offerta ai clienti una compensazione per la perdita di valore dei modelli coinvolti nello scandalo.

L'ad ha comunque voluto sottolineare che "non abbiamo abbandonato il nostro obiettivo di leadership" del mercato automobilistico mondiale. Anche se la 'nuova Volkswagen' sarà "più umile" - parola di Muller - la conquista del numero uno, che nel 2015 sembrava cosa fatta (prima del dieselgate), è solo rimandata: per i dettagli bisognerà attendere il 'Piano 2025' che verrà diffuso a metà del prossimo anno.

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