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Farmaceutica: ABC compie 90 anni e apre le porte dell'Officina di Ivrea

11 dicembre 2015 | 12.23
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Farmaceutica: ABC compie 90 anni e apre le porte dell'Officina di Ivrea

Era il 1925 quando Giovanni Giraudi, farmacista a Torino, fondava in via Crescentino nella città sabauda la ABC Farmaceutici. Un'attività artigianale diventata nel tempo realtà industriale e di ricerca presente in Italia e oltre confine, che esporta medicinali e principi attivi in 25 Paesi, conta circa 200 tra dipendenti e agenti e vanta un fiore all'occhiello di 13 brevetti internazionali a bandiera italiana. Novant'anni di storia e investimenti coraggiosi che l'azienda ripercorre aprendo le porte della sua 'fucina': l'Officina farmaceutica di San Bernardo d'Ivrea, dove dal 2002 si concentra la produzione in proprio e conto terzi di farmaci etici ed equivalenti.

Lo stabilimento ospita oggi la seconda tappa di #FabbricheAperte, l'iniziativa itinerante lanciata da AssoGenerici e partita l'11 settembre alla Zeta Farmaceutici di Sandrigo (Vicenza), per far conoscere a istituzioni e cittadini il valore delle imprese tricolore che producono medicinali 'senza marca'.

Un comparto che non garantisce solo risparmi per il Servizio sanitario nazionale (700 milioni di euro nell'ultimo triennio, 4 miliardi dal 2000), ma che dal 2001 ha sviluppato circa 10 mila posti di lavoro fra addetti diretti e indotto in 60 aziende attive nel Paese, alimentando un mercato da oltre 3 miliardi di euro l'anno di fatturato (il 50% circa dall'export), con investimenti annui per più di 150 milioni e quasi 36 milioni di confezioni dispensate. In Italia gli equivalenti coprono il 10,7% della spesa farmaceutica e il 19,5% di tutti i 'pezzi' venduti.

Un'area complessiva di 76 mila metri quadrati di cui oltre 32 mila coperti; una forza lavoro pari a 84 dipendenti, cresciuti del 78% dal 2002; 11 milioni di euro investiti in innovazione tecnologica dal 2002 al 2015, per arrivare a una capacità produttiva superiore ai 30 milioni di confezioni all'anno. Sul podio delle formulazioni 'sfornate' compresse e capsule (44%), seguite da gocce (35%), sciroppi e sospensioni (15%), flaconcini orali (3%) e bulk solidi (3%).

Questi i numeri nella carta d'identità del polo di Ivrea, ex stabilimento Olivetti costruito nel 1990 ed entrato nel 2000 nella galassia ABC guidata dall'amministratore delegato Alberto Giraudi, nipote del fondatore. Presidente della società il fratello Giovanni, che dal nonno 'pioniere' ha ereditato anche il nome.

"ABC Farmaceutici detiene un notevole patrimonio industriale", spiega l'Ad. Nel Centro ricerche ABC, nato nel 1960, hanno viso la luce "molte molte molecole tutt'oggi presenti nei prontuari terapeutici internazionali". Per esempio "il broncodilatatore doxofillina - sottolinea il manager - una xantina di ultima generazione, leader in Italia nel settore pneumologico, che ha recentemente ricevuto la designazione di 'farmaco orfano' dall'americana Fda per il trattamento della bronchiectasia: un riconoscimento di grande valore non solo per l'azienda, ma per la farmaceutica italiana in genere".

"All'impegno nella ricerca ABC Farmaceutici ha sempre affiancato un ruolo attivo nello sviluppo e nella produzione: l'Officina farmaceutica di San Bernardo d'Ivrea, autorizzata dal ministero della Salute nel 2002, è un'espressione di tecnologia d'avanguardia nel campo farmaceutico", assicura Giraudi.

"Con #FabbricheAperte - afferma Enrique Häusermann, presidente di AssoGenerici - stiamo spalancando le porte delle aziende italiane produttrici di medicinali equivalenti non solo a medici e pubblici decisori, ma anche ai cittadini, attraverso il coinvolgimento dei media e di alcuni rappresentanti di diverse associazioni di consumatori. Ritengo che si tratti di un'utile operazione di trasparenza", per ribadire che "con la loro efficacia perfettamente sovrapponibile a quella degli originatori, la sicurezza e la qualità garantita da una produzione di eccellenza, e anche con il loro minor costo, i farmaci equivalenti sono i principali alleati dell'aderenza terapeutica e dell'accesso alle cure".

"L'industria italiana del 'fuori brevetto' cresce, ma gli ostacoli produttivi e burocratici ne frenano il potenziale", segnala l'associazione nazionale che riunisce le imprese produttrici di farmaci equivalenti. E il tour di AssoGenerici punta proprio a "favorire la corretta informazione sulla qualità di questi medicinali, il 50% dei quali prodotti proprio in Italia dalle stesse aziende che li sintetizzano anche per conto di grandi aziende di farmaci 'branded', seguendo gli standard della farmacopea ufficiale e i più esigenti requisiti delle Good Manifacturing Practice".

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