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Ferrovie, slitta al 2017 lo sbarco in Piazza Affari

12 febbraio 2016 | 08.29
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Ferrovie, slitta al 2017 lo sbarco in Piazza Affari

Diciassette miliardi per la 'cura del ferro' ma per ferrovie dello Stato slitta al 2017 la quotazione in Borsa. E' lo scenario che emerge dall'incontro di ieri con la stampa del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Renato Mazzoncini e dell’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile per presentare l’aggiornamento 2015 del Contratto di Programma tra MIT e RFI,.

Il piano di privatizzare fino al 40% di Ferrovie, ha spiegato Mazzoncini, "è rinviata di sicuro al 2017", mentre rimane l’impegno per arrivare a “un piano industriale aggiornato, prevedibilmente subito dopo l’estate".

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Mazzoncini si è detto comunque contento dell’andamento dei conti del 2015: “Dai primi lineamenti – ha dichiarato – sta venendo fuori un bilancio di cui sono soddisfatto”.

Nell'incontro è stato ricordato come gli interventi prevedano nove miliardi di risorse aggiuntive, stanziate con le Leggi di Stabilità 2015 e 2016 e con il decreto “Sblocca Italia” che si sommano agli altri otto miliardi previsti nel prossimo aggiornamento 2016, per un totale di 17 miliardi di euro.

Delrio ha ricordato come i target principali sono innanzitutto il miglioramento degli standard di sicurezza e delle tecnologie per il trasporto ferroviario, per dare una svolta significativa all’esperienza di trasporto di milioni di passeggeri e per proteggere le reti anche dalla fragilità del territorio, spesso soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico.

Per Maurizio Gentile, ad di RFI, le scelte di investimento sull’infrastruttura sono finalizzate a sviluppare, per un totale di 5,4 miliardi, i quattro Corridoi europei TEN-T che attraversano l’Italia (Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico, Reno-Alpi e Mediterraneo) e le relative tratte ferroviarie di accesso; potenziare le strutture terminali “core” delle infrastrutture ferroviarie per il rilancio del traffico merci intermodale.

Grazie a questa 'cura del ferro', la curva di investimenti di RFI passa dai 2,8 mld del 2014 ai 3,5 del 2015 e ai 4 previsti nel 2016, fino all’obiettivo dei 5,3 miliardi nel 2020, con ricadute anche sull’economia generale, grazie all’indotto per la costruzione di nuove opere e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

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