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Panama Papers, il governo: "Pronti a cooperare"

04 aprile 2016 | 10.33
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La sede di Mossack Fonseca  (Afp) - AFP
La sede di Mossack Fonseca (Afp) - AFP

Il governo di Panama annuncia di essere pronto a cooperare sul caso dei cosiddetti 'Panama Papers' e ricorda di aver dimostrato nei quasi due anni di mandato del presidente Juan Carlos Varela di essere assolutamente impegnato sul fronte della trasparenza. Come dimostra anche l'uscita del Paese a febbraio dalla lista nera del Gafi, il Gruppo di azione finanziaria internazionale che promuove politiche contro il riciclaggio di denaro.

"Il governo - si legge in una nota della presidenza - conduce una politica di tolleranza zero rispetto ad ogni aspetto del sistema legale o finanziario che non abbia alti livelli di trasparenza. Si coopererà con forza su qualsiasi richiesta o assistenza che sarà necessaria nel caso in cui si arrivasse ad un procedimento giudiziario".

La presidenza ricorda quindi che, "nell'ambito dell'attuazione della supervisione e del contrasto alle attività illecite, sono state approvate sette nuove leggi che comprendono nuovi reati, così come la regolamentazione dei settori finanziari non tradizionali, come le società di avvocati e le attività immobiliari, al fine di accrescere la trasparenza e combattere l'uso inadeguato del nostro centro finanziario".

MOSSACK FONSECA- Intanto, in una dichiarazione citata dalla Bbc, lo studio legale panamense Mossack Fonseca replica alle rivelazioni apparse sui media internazionali, fatte trapelare da documenti identificati come 'Panama Papers', sulle fortune offshore dei grandi del mondo. "Per 40 anni Mossack Fonseca - si sottolinea - ha operato in maniera irreprensibile e la società non è mai stata accusata o incriminata per legami con attività criminali".

"Le accuse secondo cui forniamo strutture presumibilmente progettate per nascondere l'identità dei proprietari reali sono completamente false e non supportate", afferma la società, che spiega: "Se notiamo attività sospette o condotte poco chiare, siamo rapidi nel denunciarle alle autorità. Nello stesso modo, quando le autorità ci mostrano prove di possibili illeciti, noi cooperiamo pienamente".

CREMLINO - Il portavoce del Cremlino Vladimir Peskov afferma, dopo la pubblicazione dei documenti da cui emergono transazioni che portano al circolo di amici del presidente russo, che Vladimir Putin è finito nel mirino dell'inchiesta per via delle elezioni legislative che si terranno in Russia il prossimo settembre. Il Cremlino non nasconde il suo disappunto per l'inchiesta, e denuncia, sempre attraverso le parole di Peskov, la crisi del giornalismo investigativo di qualità e di come "se ne sia persa la tradizione".

MESSI - L'attaccante del Barcellona, Leo Messi, ha intenzione di presentare una denuncia contro il Consorzio internazionale dei giornalisti d'inchiesta (ICIJ) e il giornale tedesco 'Süddeutsche Zeitung', secondo il quotidiano 'Sport'.

PLATINI - L'ex calciatore francese Michel Platini, attualmente sospeso dalle sue funzioni di presidente della Uefa, ha detto che i suoi conti bancari in Svizzera, finiti nello scandalo erano già noti alle autorità. "Tutti i suoi conti e i suoi beni sono noti alle autorità fiscali della Svizzera", ha detto alla dpa oggi uno degli avvocati di Platini. Secondo i documenti pubblicati dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) e dal giornale tedesco 'Sueddeutsche Zeitung' Platini paga le tasse in Svizzera dal 2007. L'avvocato del francese ha anche chiesto che venga rispettato il diritto del suo cliente davanti a "possibili informazioni false, accuse e calunnie che sono pubblicate come parte di questo lavoro giornalistico".

ENTI SVIZZERI - Tra le 14.000 banche, studi di avvocati e intermediari che hanno contribuito a creare le società offshore oggetto dell'indagine giornalistica "Panama Papers" figurano oltre 1200 enti svizzeri. Solo Hong Kong e la Gran Bretagna ne contano di più. E gli intermediari elvetici risultano fra i più attivi. Secondo quanto rivela il Consorzio internazionale dei giornalisti d'inchiesta (ICIJ) hanno contribuito alla creazione di 34.300 delle circa 214.000 società offshore individuate, ossia il 16% del totale.

Ubs, Credit Suisse (tramite una filiale) e Hsbc Svizzera figurano tra le banche più attive nella registrazione di società-schermo. In Svizzera il lavoro è stato coordinato dalla cellula d'inchiesta costituita da "Matin Dimanche" e "SonntagsZeitung/Tages-Anzeiger", che annunciano oggi una serie di articoli nei prossimi giorni e settimane sui Panama Papers.

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