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Giochi: ludopatia e servizi bancari, arriva una guida per le famiglie

17 maggio 2016 | 16.42
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(Fotogramma)
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Colpisce, solo in Italia, circa 900mila persone. E' il gioco d’azzardo patologico (Gap), una dipendenza che può sottrarre risorse economiche importanti a chi ne è affetto e ai suoi familiari. Ora arriva una guida che ha lo scopo di informare le famiglie del giocatore patologico sui principali servizi bancari e sui comportamenti che possono consentire di tutelarsi nel rispetto della normativa vigente, del diritto alla riservatezza e del segreto bancario. E' il Vademecum Giocatori d’azzardo patologici e servizi bancari, un'iniziativa di Bper Banca realizzata dall’Istituto con la collaborazione dell’Associazione Onlus 'Papa Giovanni XXIII' di Reggio Emilia e il supporto della Campagna contro i rischi del gioco d’azzardo 'Mettiamoci in gioco', del 'Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo', del Gruppo interparlamentare 'Non è un gioco' e del Centro Servizi Volontariato di Modena.

Il documento intende aiutare le famiglie di giocatori patologici (Gp) a raggiungere tre obiettivi: monitorare la situazione reddituale e patrimoniale della famiglia; contenere le spese del giocatore patologico; rieducarlo a una corretta gestione del denaro. Sarà così possibile sapere, tra le altre cose, come scegliere le modalità di intestazione del conto corrente, se è opportuno o meno fornire assegni a un Gp, come valutare il tipo migliore di carta di credito ed essere consapevoli delle possibili modalità di contrazione di debiti oltre a cosa fare in caso di sovra-indebitamento.

Vengono inoltre fornite tutte le informazioni per attivare alcuni interventi utili alla soluzione o alla riduzione del problema: da un lato la valutazione dei vari canali con cui recuperare il denaro e, dall’altro, la realizzazione di un censimento di tutti i debiti. Un altro aspetto affrontato è come comportarsi nel caso in cui la situazione sia particolarmente critica e come procedere per la richiesta di un Amministratore di sostegno (AdS).

Garavini (Bper Banca), un testo semplice a disposizione di tutti

Bper Banca è parte attiva del processo di informazione, prevenzione e sviluppo delle attività di contrasto riguardo alla pratica del Gioco d’azzardo patologico. Il Gruppo è stato una delle prime realtà bancarie a emanare nel 2013 un’apposita circolare, rivolta ai propri 12mila dipendenti, che definisce una serie di azioni rispetto a questa tematica. Non solo. Le carte di credito emesse dal Gruppo Bper non sono utilizzabili per operazioni di pagamento presso esercizi o siti internet classificati nella categoria merceologica 'gambling' (gioco d’azzardo).

Il testo è stato scritto in "un linguaggio molto semplice perché vogliamo che questo documento diventi uno strumento a disposizione di tutti - spiega il vicedirettore generale vicario di Bper Banca Eugenio Garavini durante la presentazione dell'iniziativa presso la sala stampa di Montecitorio - L’approccio di Bper Banca al tema del gioco d’azzardo - aggiunge - è laico e non ideologico: non si intendono criminalizzare i gestori, che svolgono un'attività lecita, ma neppure restare indifferenti di fronte a un fenomeno sociale così preoccupante".

La Gpa "è una vera e propria patologia e chi rimane coinvolto tende non solo a usare le proprie risorse ma anche a nasconderlo alle persone care e questo comporta enormi perdite di denaro e mette anche a rischio l'intero equilibrio familiare - rimarca Lorenzo Basso (Pd), promotore dell'Intergruppo parlamentare sui temi dell'azzardo - Noi abbiamo presentato varie proposte di legge non solo per la cura del gioco d'azzardo patologico ma anche per quanto riguardo la tutela dei familiari dei giocatori".

Matteo Iori dell'Associazione Centro Sociale Papa Giovanni XXIII ricorda che sono "7.500 le persone che ci hanno chiamato per avere consigli su come affrontare la situazione: sono i familiari dei giocatori patologici". Mentre Don Armando Zappolini della Campagna 'Mettiamoci in gioco' sottolinea come "per un problema complesso sia necessaria una sinergia, una rete" di intervento. "Il problema è irrimandabile e non c'è più tempo per le discussioni - aggiunge - Un primo passo dovrà essere la legge sul divieto assoluto della pubblicità".

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