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La sonda Juno pronta ad abbracciare Giove, rendez vous nella notte tra 4 e 5 luglio

01 luglio 2016 | 22.19
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La sonda Juno della Nasa (Foto NASA)
La sonda Juno della Nasa (Foto NASA)

Dopo cinque anni di viaggio nello spazio, Juno sta per abbracciare Giove. Il rendez vous della sonda della Nasa con il pianeta più grande di tutto il sistema planetario è previsto il 4 luglio, quando in Italia saranno le 05.35 del mattino del 5 luglio. Juno (JUpiter Near-polar Orbiter), lanciata ad agosto del 2011, è la seconda missione del programma New Frontiers dell'ente spaziale statunitense ed il suo obiettivo è lo studio dell’origine e dell’evoluzione del pianeta Giove.

Una volta raggiunta la sua destinazione, la sonda, che la Nasa ha battezzato con il nome della potente dea Giunone, studierà i campi gravitazionali e magnetici del 'suo' Giove, ed esplorerà l'atmosfera del pianeta gassoso, misurando l'abbondanza di acqua e cercando di determinare la struttura interna del pianeta, alla ricerca della prova della presenza di un nucleo solido.

Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, la missione farà uso di una suite di strumenti scientifici. E l'Italia ha un ruolo importante in questo viaggio da record che, per la prima volta, porterà una sonda spaziale così vicina a Giove, a circa 4mila chilometri dalla sommità delle sue nuvole. Il cuore di Juno sarà infatti lo spettrometro Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell’Inaf.

Lo strumento Jiram, che permette di acquisire simultaneamente immagini ed informazioni spettrali nell'infrarosso attraverso l'uso di un doppio piano focale, "riveste un ruolo fondamentale nella missione poiché consente di osservare a distanza ravvicinata Giove per capirne formazione, evoluzione, struttura" sottolinea Leonardo. In particolare, lo spettrometro svolgerà indagini negli strati superiori dell'atmosfera, sarà in grado di rilevare l'eventuale presenza di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina e fornirà immagini delle aurore.

L’altro componente italiano di Juno è KaT (Ka-Band Translator), realizzato da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) con il supporto del team scientifico dell’Università di Roma 'La Sapienza'. Lo strumento KaT effettuerà esperimenti di radio-scienza in grado di fornire informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul campo gravitazionale di Giove.

Centrale dunque, ancora una volta, il ruolo del colosso aerospaziale italiano Leonardo in questa importante missione spaziale. L'azienda ha fornito anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, anch'esso realizzato a Campi Bisenzio, che ha guidato Juno nei suoi quasi 3 miliardi di chilometri di viaggio verso l'orbita gioviana, dove continuerà a fornire informazioni sulla posizione della sonda permettendole di mantenere sempre la rotta prestabilita.

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