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Juno vola verso Giove, all'alba l'incontro 'fatale'

04 luglio 2016 | 21.25
LETTURA: 3 minuti

Foto dal sito della NASA/JPL-Caltech
Foto dal sito della NASA/JPL-Caltech

Juno sta volando verso Giove. Dopo cinque anni di viaggio nello spazio, la sonda della Nasa sta per incontrare il pianeta più grande di tutto il sistema planetario in un rendez vous che accadrà alle 05.35 del mattino del 5 luglio ora italiana. Juno (JUpiter Near-polar Orbiter), lanciata ad agosto del 2011, è la seconda missione del programma New Frontiers dell'ente spaziale statunitense e il suo obiettivo è lo studio dell’origine e dell’evoluzione del pianeta Giove.

Una volta raggiunta la sua destinazione, la sonda, che la Nasa ha battezzato con il nome della potente dea Giunone, studierà i campi gravitazionali e magnetici del 'suo' Giove, ed esplorerà l'atmosfera del pianeta gassoso, misurando l'abbondanza di acqua e cercando di determinare la struttura interna del pianeta, alla ricerca della prova della presenza di un nucleo solido.

Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, la missione farà uso di una suite di strumenti scientifici. E l'Italia ha un ruolo importante in questo viaggio da record che, per la prima volta, portando una sonda spaziale così vicina a Giove, a circa 4mila chilometri dalla sommità delle sue nuvole.

Il cuore di Juno, infatti, è italiano ed è lo spettrometro Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell’Inaf.

L’altro componente italiano di Juno è KaT (Ka-Band Translator), realizzato da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) con il supporto del team scientifico dell’Università di Roma 'La Sapienza' e finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana.

Leonardo ha anche fornito il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker, anch'esso realizzato a Campi Bisenzio, che ha guidato Juno nei suoi quasi 3 miliardi di chilometri di viaggio verso l'orbita gioviana, dove continuerà a inviare informazioni sulla posizione della sonda, permettendole di mantenere sempre la rotta prestabilita.

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