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Non decolla la banda ultralarga in Italia: 5% abbonati contro 30% in Ue

05 luglio 2016 | 11.41
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Non decolla la domanda di banda ultralarga in Italia. La diffusione degli accessi a internet super-veloce è infatti ancora molto bassa: solo il 5,4% il numero di abbonati rispetto alla popolazione contro il 30% dell’Ue, anche se in aumento dell'1,6% rispetto al 2014 (anno in cui la percentuale era ferma al 3,8%). E' quanto emerge dalla Relazione annuale dell'Agcom illustrata dal presidente Angelo Cardani alla Camera.

L’Italia, ha ricordato, si posiziona nel 2015 al 25esimo posto dell’indice 'Digital Economy and Society', risalendo di una posizione rispetto al 2014. Ad una migliore capacità di recupero del divario rispetto all'Europa negli indicatori infrastrutturali e di offerta di nuovi servizi, fa però da contraltare "un'incapacità di risalire le posizioni dal lato della domanda", sottolinea Cardani.

La disponibilità dei servizi di accesso a reti fisse a banda larga ha raggiunto il 99% delle abitazioni e quella a banda ultralarga è passata dal 36% del 2014 al 44% del 2015. I consumatori italiani continuano a preferire l’accesso alle reti mobili rispetto a quelle fisse (75% di diffusione contro il 53% degli accessi alla rete fissa a banda larga base) il che è da ritenersi "sintomo di un rallentato processo di convergenza rispetto all’Europa in cui gli indicatori sono pressoché equivalenti e pari al 72 e al 75%".

All'origine delle performance poco soddisfacenti dell’Italia l'Agcom indica due fattori determinanti: un minor livello di specializzazione e cultura digitale da un lato e l'invecchiamento della popolazione dall’altro.

Il peso dell’invecchiamento della popolazione da solo non spiega però il ritardo nell’adozione, da parte dei consumatori italiani, di nuovi servizi digitali. Esiste in Italia "un problema strutturale di competenze digitali", rileva l'Autorità.

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