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Fair play Camusso-Boccia, scintille solo su referendum

10 luglio 2016 | 20.31
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Era un faccia a faccia atteso, quello fra il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e il leader della Cgil Susanna Camusso. A Serravalle Pistoiese va in scena un confronto pacato, con frequenti scambi di 'cortesie', non solo formali. Segno evidente che i rapporti fra le parti sociali, con il cambio della guardia in Viale dell'Astronomia, sembrano destinati a migliorare. Nel merito, Boccia e Camusso condividono un'analisi di fondo: "Serve più produttività, ma la produttività non è legata solo al costo del lavoro ma agli investimenti delle imprese", scandisce il segretario della Cgil. E il presidente di Confindustria non si tira indietro: "Sono d'accordo, non possiamo pensare solo alla produttività in chiave organizzativa, senza pensare agli investimenti".

Certo, l'approccio al problema è necessariamente diverso. "La priorità è ridurre la disuguaglianza, rinnovando i contratti", sostiene Camusso, tornando a contestare la posizione di Federmeccanica nella vertenza per il rinnovo dei metalmeccanici. "Dobbiamo stare attenti: il problema non è solo interno alle fabbriche ma riguarda la competitività del Paese", replica Boccia, evidenziando che "per redistribuire ricchezza, e quindi ridurre diseguaglianza, è necessario produrre più ricchezza e quindi avere più produttività". In sostanza, avverte, "se facciamo errori, ci giochiamo pezzi di industria del Paese". Un punto di partenza diverso ma un approdo possibile a un accordo sulle regole che servono a riformare il modello contrattuale. "Riconoscere che rappresentiamo interessi diversi è già un buon punto di partenza", sintetizza il leader della Cgil.

Qualche scintilla arriva solo quando il moderatore, Francesco Manacorda, chiede una valutazione sull'endorsement esplicito arrivato dagli industriali sul sì al referendum costituzionale. Camusso mette nel mirino le stime, che definisce "indecenti", sulle ricadute per la crescita della vittoria del no. "Ho trovato brutte e sbagliate le slide di Confindustria che pronosticava un meno 4% del prodotto interno lordo: è il peggior vecchiume, il paese credo non ne abbia assolutamente bisogno", scandisce. Boccia, comunque, non si scompone. E rivendica il valore dei numeri del centro studi di Viale dell'Astronomia e, più in generale, la scelta di esporsi per il sì: "non significa essere collaterali a Renzi" ma "essere onesti intellettualmente".

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