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Mediaset Premium, Vivendi: "Basta soluzioni amichevoli, siamo pronti a difenderci"

19 ottobre 2016 | 18.05
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Vivendi "oggi si ritiene libera dalla sua volontà di privilegiare una soluzione amichevole e si riserva il diritto di condurre ogni azione necessaria per difendere i propri interessi e i suoi azionisti". Ad affermarlo è il gruppo Vivendi in merito alla vicenda Premium e al contenzioso con Mediaset seguito al dietrofront della media company francese rispetto all'acquisto della pay tv di Cologno. Vivendi "ha cercato continuamente soluzioni alternative negli ultimi mesi" per il dossier Premium, premette Vivendi ricordando di avere "ripetutamente rimarcato fin qui di rimanere aperta al dialogo nella sua disputa con Mediaset".

"L'unica risposta all'approccio costruttivo di Vivendi da parte di Mediaset e Fininvest è stato quello - prosegue il gruppo francese - di diffondere pubblicamente dichiarazioni aggressive e di iniziare molteplici azioni legali, inclusa una nuova azione intesa a intimidire Vivendi intrapresa il 12 ottobre con la richiesta di sequestro del 3,5% del suo capitale", afferma ancora la nota.

E ancora Vivendi tiene a sottolineare di non poter essere considerata "responsabile della situazione attuale". Questo perché "il business plan di Mediaset Premium che è stato presentato e che prevede il raggiungimento del break even nel 2018 è basato su ipotesi irrealistiche confermate dal rapporto di due diligence della società di consulenza Deloitte".

LA REPLICA DI MEDIASET - "Dal 25 luglio 2016, data della lettera ufficiale Vivendi di dietrofront sul contratto definitivo e vincolante firmato, non ci sono stati più contatti tra le due società. Non risponde quindi al vero che 'negli ultimi mesi sono stati incessanti i tentativi di cercare soluzioni alternative' tra le parti. Non solo non c’è stato alcun 'approccio costruttivo', ma è cessato da parte di Vivendi qualsiasi approccio". Lo rende noto Mediaset che in una nota replica al comunicato stampa diffuso da Vivendi.

I "reiterati riferimenti contenuti anche in quest’ultimo comunicato pubblico a 'business plan irrealistici', che ricordiamo nulla hanno a che fare con l’analisi dei risultati di Premium ovviamente avvenuta prima della firma - continua la nota - costituiscono ingerenze inappropriate sulle attività di un rilevante asset industriale di una società quotata". E "provocano ulteriori danni non solo di reputazione turbando il corso del relativo titolo".

Per tutti questi motivi - conclude Mediaset - "prendiamo atto del fatto che la vicenda sarà risolta in tribunale. Dove emergeranno chiaramente i ruoli che oggi si vogliono confondere". In tale ottica, "è evidente che la richiesta di sequestro di azioni Vivendi, lungi dall’essere un’iniziativa intimidatoria, è finalizzata a tutelare gli interessi di Mediaset e dei suoi azionisti".

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