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Da Descalzi a Viola e Della Valle, un 2016 da ricordare

30 dicembre 2016 | 17.57
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(Fotogramma)
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Un anno da ricordare, per sette protagonisti dell'economia. Sono storie diverse tra loro, nell'industria e nella finanza, che hanno un comune denominatore: tra ricorrenze, ripartenze e nuovi traguardi, hanno vissuto un 2016 particolarmente significativo. Dalla laurea honoris causa dell'Ad di Eni Claudio Descalzi al 'cambio di casacca' di Fabrizio Viola, passato dalla guida di Mps a quella della Bpvi, prossima alle nozze con Veneto Banca. Dalla nuova fabbrica di Diego Della Valle ad Arquata del Tronto, ai cinquant'anni di impresa di Diana Bracco. Dalla sfida di Matteo Del Fante per gli investimenti di Terna alla mostra voluta da Pietro Salini per i 110 anni di storia della sua impresa. Fino all'impegno per lo sviluppo del made in Italy del giovane Giacinto Callipo.

CLAUDIO DESCALZI - La laurea Honoris Causa in ingegneria per l'ambiente consegnatagli a metà dicembre dall'università romana di Tor Vergata affianca quella 'originaria' in Fisica - conseguita nel 1979 al Politecnico di Milano - ma soprattutto suggella in maniera decisamente simbolica il 2016 dell'ad di Eni. Nelle sue dichiarazioni pubbliche, infatti, il 61enne Descalzi mostra per le tematiche ambientali un interesse pari a quello riservato alle problematiche industriali del settore energetico. Se la ripresa di fine anno delle quotazioni sembra alleggerire le pressioni sui colossi oil & gas resta urgente - continua a ribadire Descalzi - la necessità di intervenire sull'impatto ambientale del settore. Il vero problema "è quello di riuscire a cambiare il mix energetico a livello globale" ed Eni, ha garantito il suo ad, vuole fare la sua parte riducendo le emissioni di gas serra del gruppo del 43% entro il 2025.

DIEGO DELLA VALLE - E' una fabbrica il progetto più importante che ha scandito il 2016 di Diego Della Valle. Ma per il 63enne imprenditore marchigiano, ad e azionista di maggioranza di Hogan e Tod's, quella che sarà operativa nel 2017 non sarà una fabbrica qualsiasi, perché sorgerà ad Arquata, uno dei comuni più devastati dal sisma dello scorso 24 agosto. Il progetto lo ha consegnato al sindaco di Arquata lo stesso Della Valle a inizio dicembre ribadendo il valore di lungo periodo della sua decisione: "Una fabbrica è l'espressione massima della speranza per i giovani delle zone terremotate" perché indica la possibilità di rimanere e lavorare nella propria terra. Nell'anno che ha visto definitivamente tramontare il suo coinvolgimento in RCS, Della Valle sul fronte strettamente industriale registra un momento di stasi (condiviso con altri grandi marchi) con il segno meno per Tod's e Hogan e quello più per Fay e Roger Vivier. Ma con quello che è successo sui grandi mercati di riferimento del Gruppo anche il mantenimento delle posizioni può essere considerato un mezzo successo.

FABRIZIO VIOLA - Sono durate meno di tre mesi le 'ferie' di Fabrizio Viola, dopo quattro anni e mezzo in trincea a Siena come ad di Monte Paschi. L'uscita di scena rapida di metà settembre, sullo sfondo di un sotterraneo dissenso con il Tesoro, è stata seguita da poche settimane di riposo, nelle quali comunque - secondo le indiscrezioni - si sarebbero moltiplicate le offerte affinché il 58enne banchiere milanese mettesse a frutto il know how maturato nella definizione di piani industriali, gestione di tagli di spesa e normalizzazione dei rischi. A convincerlo a tornare subito in corsa è stato Alessandro Penati che, assieme a Giuseppe Guzzetti, altro pilastro del Fondo Atlante, aveva già avuto in passato buone esperienze con il banchiere milanese. Così Viola è ripartito in direzione di Vicenza per una ristrutturazione non meno semplice di quella di MPS e con l'obiettivo della fusione con Veneto Banca. Anche qui una montagna di sofferenze da vendere, sportelli da tagliare, esuberi e capitale da raccogliere. Una battaglia che, evidentemente, non spaventa Viola: desideroso, forse, di portare a termine in Veneto un percorso lasciato incompiuto a Siena, per dimostrare di essere più forte anche delle avversità e degli errori (altrui).

MATTEO DEL FANTE - Terna continua a correre e il suo ad Matteo Del Fante, che nel 2017 compirà 50 anni, ha confermato che il gruppo continua a "guardare ad eventuali opportunità" di acquisizione a livello internazionale, soprattutto in America Latina. D'altronde i risultati per il 'bocconiano' Del Fante indicano una società che non ha problemi sul fronte utili così come su quello dividendi. Ha appena messo a punto il progetto di fusione per incorporazione delle controllate Terna Rete Italia e Terna Storage e va a investire anche in zone ad alta 'sofferenza' come la Sardegna, dove a novembre il gruppo ha aperto il polo tecnologicamente più avanzato d'Europa a supporto e protezione delle reti elettriche, portando il totale degli investimenti nell'isola a un miliardo di euro. E se a novembre Terna ha annunciato un accordo con Rfa per l'installazione di pannelli fotovoltaici per produrre energia destinata anche ai treni, l'anno si è chiuso con la firma con Eni di un accordo di cooperazione bilaterale per esaminare opportunità di sviluppo di sistemi energetici, sempre con un occhio alla sostenibilità e alle fonti di produzione di energia rinnovabile.

PIETRO SALINI - Non una celebrazione come punto di arrivo, ma una mostra come punto di partenza verso il futuro: questa è stata la mostra 'Beyond' che fra la fine di settembre e l'inizio di novembre ha esposto alla Triennale 110 anni di esperienza del gruppo Salini Impregilo guidato da Pietro Salini. Ma, al di là della soddisfazione di celebrare i risultati raggiunti, l'ad non ha esistato a 'toccare' un tabù come il Ponte sullo Stretto, rivendicando - in nome delle capacità ingegneristiche del Gruppo - la disponibilità "a partire, anche domani'' per un'opera che "si può realizzare in sei anni", purché vi siano le giuste condizioni operative. Parole che arrivano dall'alto di un portafoglio impressionante (nei primi nove mesi i nuovi ordini sono stati 6,9 mld, superando il target previsto per l'intero 2016) ma anche dalla volontà di vedere l'Italia scrollarsi di dosso il pessimismo e l'immobilismo. Aspettando il ponte, Salini si è preso la soddisfazione di assistere all'inizio dei lavori per la costruzione della diga più alta del mondo. Sorgerà in Tagikistan, a Rogun, e sarà alta 335 metri. Un altro record per una società che, come diceva il titolo della mostra milanese, vuole sempre andare 'Oltre'.

DIANA BRACCO - Quello dopo l'Expo di Milano, di cui è stata presidente, non è stato un anno di riposo per Diana Bracco che nel 2016 ha festeggiato i 50 anni alla guida del Gruppo Bracco. Negli ultimi dodici mesi infatti la società ha gettato le fondamenta per una ulteriore espansione sull'immenso mercato cinese, uno dei 90 paesi in cui opera il gruppo, fondato nel 1927 dal nonno Elio. Oggi Bracco conta oltre 3.400 dipendenti con un fatturato consolidato di oltre 1,3 miliardi di euro di cui il 9% è investito in Ricerca & Innovazione per l’Imaging Diagnostico e per i dispositivi medicali avanzati. In cassaforte l'azienda ha anche un patrimonio di ben più di 1.800 brevetti. Ma nel network degli interessi di Diana Bracco c'è un impegno diretto anche per la formazione e l'istruzione di giovani, donne e bambini disagiati con diversi programmi. E con la Fondazione Bracco a novembre ha premiato 3 startup impegnate in progetti di economia circolare, per incentivare gli imprenditori del futuro a perseguire finalità di business salvaguardando al tempo stesso le risorse e il loro riutilizzo.

GIACINTO CALLIPO - A 31 anni il più giovane rappresentante di una dinastia più che centenaria (le origini del gruppo sono nell'azienda fondata nel 1913 da Giacinto Callipo a Pizzo), ha messo a segno nel 2016 il lancio di 'Gradita', una rete tra 5 aziende: Callipo Tonno, Callipo Gelateria, Fratelli Polli, Divella e l'azienda Coricelli rappresentata dal marchio Cirio. Un gruppo di aziende - ha spiegato - "con storie simili, valori comuni, tutte familiari con storie più o meno lunghe fatte di passione per la qualità e per il cibo made in Italy" e che guarda con attenzione all'estero, in particolare Stati Uniti e Cina. Un paradigma di una nuova imprenditoria giovane del Sud, in un certo senso, che - nel caso di Callipo - si evidenzia nella crescita su più fronti di un gruppo che, pur mantenendo la sua fisionomia familiare, conta 350 dipendenti e un fatturato consolidato di 50 milioni di euro. La Callipo infatti produce anche gelati ed è proprietaria e sponsor di una squadra di pallavolo maschile arrivata a livelli top.

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