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Fincantieri si rafforza in Francia, Fitoussi: "Bene, reciprocità essenziale"

04 gennaio 2017 | 13.22
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Fincantieri si rafforza in Francia, Fitoussi:

"La reciprocità tra Italia e Francia è essenziale perché significa maggiore integrazione tra l'economia francese e quella italiana e questo significa pesare molto più nel contesto europeo". Così all'Adnkronos è l'economista francese Jean-Paul Fitoussi, docente all’istituto di studi politici di Parigi e all'Università Luiss di Roma, commentando la possibile acquisizione del 66,66% di Stx France (la società che controlla i cantieri navali di Saint - Nazaire) da parte di Fincantieri e l'eventuale nuovo braccio di ferro che potrebbe nascere tra i due paesi.

Per l'economista francese, commentando le tensioni tra la Francia e l'Italia negli ultimi anni su operazioni di questo tipo, e indirettamente anche i recenti sviluppi nella partita Mediaset-Vivendi, "è normale che le aziende cerchino di difendersi chiedendo un appoggio politico al governo quando si sentono in pericolo. E' una reazione normale ma non credo che rappresenti un ostacolo. Anche perché gruppi francesi sono entrati in Italia nei settori delle tlc, dell'energia come con Edison e nelle banche italiane. A volte si guarda gli alberi per non vedere la foresta".

"Ho sempre invocato -sottolinea Fitoussi- un avvicinamento economico tra la Francia e l'Italia. Sono soddisfatto che le imprese italiane si possano stabilire in Francia, in particolare facendo una fusione o acquisendo una grande azienda francese in difficoltà ma che nel lungo termine è redditizia. Sono molto favorevole a questo tipo di operazione". Dell'operazione tra Fincantieri e Stx France, rileva l'economista francese, "non conosco i dettagli ma sono sempre felice quando ci sono operazioni di questo tipo tra Francia e Italia". Fitoussi vede anche positivamente che Stx France possa tornare nel giro di un gruppo europeo. "Abbiamo bisogno di campioni europei. Altrimenti saremmo gli ultimi della globalizzazione, gli esclusi della globalizzazione. Bisogna che in Europa si costruiscano aziende globali".

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