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Lavoro, 1 su 3 lo trova grazie a parenti e amici

09 gennaio 2017 | 12.15
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Chi cerca lavoro in Italia può contare anche (e soprattutto) su parenti e amici. Un occupato su tre dichiara infatti di aver ottenuto il proprio impiego grazie all'intervento diretto delle reti informali di familiari e conoscenti. Considerando la più ampia dimensione degli aiuti indiretti durante la fase di ricerca del lavoro, tali reti vengono coinvolte nel 60% dei casi.

E' quanto emerge dagli ultimi dati di Isfol-Plus resi noti in un research paper, nel quadro di una serie di uscite programmate dall'Istituto in tema di servizi per l'impiego. I servizi per il lavoro, pubblici e privati, svolgono un ruolo di intermediazione diretta molto contenuto. Solo il 3,4% degli occupati ha trovato lavoro attraverso i centri per l’impiego (Cpi) e il 5,6% mediante le agenzie di lavoro interinale. Tuttavia, la funzione di Cpi e agenzie è ben più rilevante nell'intermediazione indiretta: tra gli occupati, il 33% si è avvalso degli operatori pubblici mentre cercava lavoro e il 30% ha avuto il supporto delle agenzie.

Anche il canale dell'autocandidatura, ovvero proporre il proprio curriculum vitae alle imprese, viene largamente utilizzato: per il 58% degli occupati è stato di ausilio nella fase di ricerca e per il 20% ha permesso in via diretta un'assunzione. I contatti nell'ambito lavorativo e la lettura di offerte su stampa sono stati un canale di intermediazione indiretta rispettivamente per il 44% e il 36% dei lavoratori e un canale di intermediazione diretta per il 10% e il 2,6%. Infine, il 9% degli occupati afferma di aver trovato lavoro avviando un'attività autonoma e il 10% partecipando a un concorso pubblico.

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