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Banche, Fmi: Italia al top per quota sofferenze

15 gennaio 2017 | 14.34
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(Xinhua) - XINHUA
(Xinhua) - XINHUA

L'Italia risulta al primo posto delle economie avanzate per la percentuale di sofferenze rispetto al totale dei prestiti concessi dalle banche. E' quanto emerge dalle ultime tabelle messe a punto dal Fondo monetario internazionale. I dati confermano inoltre come le banche siano la principale fonte di finanziamento alle imprese: quasi il 35% del totale dei prestiti va alle aziende.

Sul fronte dei crediti deteriorati, dati alla mano, nel secondo trimestre del 2016 la quota di npl in pancia agli istituti italiani è stata pari al 17,5% dei prestiti complessivi erogati, contro il 3,9% della Francia, l'1% della Gran Bretagna, l'1,4% degli Usa. Pressoché irrilevante la quota di non performing loans del virtuoso Canada allo 0,6% degli impieghi totali. In Cina le sofferenze sono all'1,7% del totale, in Russia al 9,7%.

Peggiore il quadro nei Paesi mediterranei oggetto di piani di ristrutturazione bancaria (Cipro con sofferenze al 47% del totale dei prestiti nel primo trimestre del 2016) o piani di salvataggio (Grecia con npl al 37% sugli impieghi complessivi). In Spagna la quota delle sofferenze oggi si attesta al 5,7% dei prestiti totali (dato al terzo trimestre del 2016) ma il settore è stato oggetto di un piano di salvataggio europeo che ha permesso di ripulire i bilanci degli istituti.

Dai dati Fmi emerge inoltre come in Italia, più che nel resto dei Paesi Ue, la fonte principale di finanziamento delle imprese siano le banche. In base alle tabelle del Fondo i prestiti alle aziende italiane rappresentano (nel secondo trimestre del 2016) il 34,9% del totale, contro il 7,2% della Gran Bretagna, dove il forte sviluppo del settore dei servizi finanziari spinge le imprese a reperire fondi sul mercato, cercando strumenti alternativi al classico sportello. In Germania va alle imprese il 15% dei prestiti complessivi erogati dalle banche, in Grecia il 37,1%.

Forte legame con il finanziamento bancario per le aziende cinesi, che si accaparrano il 60% dei prestiti complessivi. Negli Usa la quota è al 35,4%, in Russia al 50,8%.

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