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Conti pubblici, Padoan: "Ipotesi infrazione allarmante"

02 febbraio 2017 | 13.57
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Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (Fotogramma)
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (Fotogramma)

La posizione dell'Italia è quella formalizzata nella lettera inviata a Bruxelles. E non si torna indietro. L'aggiustamento dei conti ci sarà, ma sarà graduale e, soprattutto, non avrà il peso di una 'correzione', ma avverrà contestualmente alla presentazione del Def. Nonostante le pressioni che continuano ad arrivare dalla Ue. Dal governo italiano "ci saremmo aspettati una risposta più dettagliata", insistono fonti comunitarie. La decisione del governo, che comunque accoglie sostanzialmente le richieste della Ue, è stata presa considerando che l'ipotesi procedura di infrazione, come spiega il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, "è estremamente allarmante". La procedura, sottolinea, ''comporterebbe una riduzione di sovranità sulle scelte di politica economica e, soprattutto, comporterebbe costi ben superiore alla finanza pubblica del paese''. Di conseguenza ci sarebbe ''una sottrazione di risorse per il pubblico, la crescita e l'occupazione, a seguito del probabile aumento dei tassi d'interesse''. Il governo ha deciso di intervenire non attraverso una manovra estemporanea ''ma attraverso misure bilanciate di aggiustamento e sostegno'' della crescita. ''Si tratta di una riduzione necessaria dell'indebitamento netto strutturale rispetto al tendenziale di 0,2 punti pil''. L'aggiustamento, spiega Padoan, ''si compone per un quarto di tagli di spesa selettivi e altri tre quarti da misure sulle entrate''. In particolare ''un miliardo è atteso dal rafforzamento di misure contro l'evasione fiscale''. Gli interventi verrano adottati ''al più tardi entro fine aprile'', cioè in coerenza con i tempi del Def. ''E' molto probabile che alcune misure saranno prese anche prima della scadenza''. La gradualità dell'aggiustamento strutturale ''riflette l'esigenza di non danneggiare la crescita e l'occupazione in un contesto di elevata incertezza e caratterizzato dal perdurare di fenomeni eccezionali''.

Piena sintonia, nelle dichiarazioni ufficiali, tra Mef e Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, dopo il Cdm che ha approvato il Dl terremoto, spiega: "A proposito del rapporto con la Commissione Ue, non descriverei queste questioni delle procedure sul deficit come commissariamenti". "Lo dico non per sottovalutare, ma non siamo in quella procedura - aggiunge - abbiamo deciso da sempre di rispettare le regole e di non entrare in quelle procedure di deficit eccessivo nella quale sono un grandissimo numero di Paesi Ue. L'Italia non fa parte di questo gruppo". Gentiloni sottolinea: "Questo è il momento di accompagnare la crescita, che è ancora meno forte di come vorremmo, e di prendere, nel rispetto delle regole europee, le misure nei modi e nei tempi che consentano di accompagnare la crescita". Il premier poi chiarisce: "Noi siamo convinti che le risposte date nel corso degli anni, e con la lettera inviata ieri, siano in linea con la situazione nella quale l'Italia rispetta le regole ma lo fa senza prendere decisioni che possano avere un effetto negativo e depressivo sulla nostra economia e sulla crescita".

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