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Professioni: Rebaudengo (Cida), sforzo maggiore per valorizzare competenze

07 febbraio 2017 | 00.05
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Professioni: Rebaudengo (Cida), sforzo maggiore per valorizzare competenze

Competenza ed etica, denominatore comune del manager sia pubblico, sia privato, cui spetta, a fronte del continuo e veloce cambiamento della società contemporanea la  responsabilità di gestione i processi di trasformazione. A sottolinearlo Paolo Rebaudengo, presidente Cida Piemonte, Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità,  che nella regione rappresenta 14.500 dirigenti pubblici e privati di tutti i settori economici, che ha promosso il convegno 'Essere dirigenti oggi: ruolo e responsabilità'.   

"La  sfida principale - ha osservato Rebaudengo - è quella di riuscire a rincorrere e adattarsi ad un mondo che sta correndo e che non si capisce in quale direzione. Ci vuole, pertanto, non solo rapidità ma uno sforzo maggiore di sfruttare e utilizzare le competenze in un contesto dove prevale lo scarico di responsabilità su qualunque ruolo organizzativo. Il dirigente deve poter esprimere la propria competenza e la propria professionalità e non può essere responsabile di tutto quello che accade perché il suo compito è quello di risolvere i problemi".

Questo, ovviamente non prescinde dalla responsabilità che chi ricopre ruoli manageriali sente propria. "Ci sono tanti modi di essere dirigente - ha osservato a questo proposito il presidente di Cida Piemonte - ma in tutti c'è comunque quel senso etico, quel livello di responsabilità che li porta tutte le mattine a prescindere dall'aspetto economico e organizzativo di arrivare alla sera e di portare a casa dei risultati, in una scuola, in un ospedale, in un'azienda, in qualunque attività commerciale e di servizio".

Quanto alla competenza, Rebaudengo ha rilevato che "in un mondo del lavoro che si è evoluto molto rapidamente, la competenza è  l'elemento di fondo e non riguarda solo il direttore di un'azienda ma anche, per esempio, il primario di un ospedale, il preside di una scuola:  tutti sono chiamati a gestire il proprio business ma anche a governare spazi sempre più ampi, a organizzare un sistema complesso che è un di più che però va fatto altrimenti non riescono ad esprimere la vera professionalità che hanno".

"Questa è la vera sfida che i dirigenti devono affrontare - ha concluso - se il Paese va avanti bisogna dire grazie a loro perché se c'è qualcosa che funziona è perché c'è gente che riesce a mandare  avanti la macchina e, parafrasando una citazione,  i dirigenti e più facile criticarli che farne a meno".

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