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Alitalia, con nuovo piano Montezemolo lascia

14 marzo 2017 | 18.07
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(Fotogramma)
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Luca Cordero di Montezemolo è pronto a lasciare la presidenza di Alitalia una volta approvato il nuovo piano industriale. Il cambio della guardia non sarebbe, comunque, imminente e, come riferiscono all'Adnkronos fonti vicine al dossier, non avverrà nel corso del cda di domani. Montezemolo rimarrà nel consiglio di amministrazione di Alitalia.

La decisione di Montezemolo non arriva certo come un fulmine a ciel sereno. Già dallo scorso novembre, il presidente di Alitalia aveva manifestato la decisione di lasciare l'incarico ma, visto il pressing degli azionisti in una situazione già particolarmente critica per la compagnia, aveva deciso poi di rimanere. Ora, come previsto, una volta che al nuovo piano verrà dato disco verde, Montezemolo lascia il timone.

Il nuovo riassetto al vertice, come si è andato definendo in queste settimane attraverso un complesso confronto tra gli azionisti, dovrebbe prevedere un tandem composto da un presidente esecutivo con deleghe pesanti, Luigi Gubitosi, e l'amministratore delegato Cramer Ball, che Etihad vuole riconfermare.

L'iter del passaggio di consegne al vertice di Alitalia dovrà necessariamente seguire dei passaggi tecnici. Non è escluso che già domani possa essere cooptato Gubitosi ma sulla sua nomina dovrà esprimersi l'assemblea degli azionisti e successivamente ci sarà un altro passaggio in cda per il conferimento delle deleghe.

Tutti i riflettori sono, comunque, di nuovo puntati sul consiglio di amministrazione di domani, che si svolgerà al quartier generale di Fiumicino. Un nuovo round dal quale è atteso il via libera al nuovo piano industriale di Alitalia. Il cda che si è riunito giovedì scorso a Milano ha definito "serio e realistico" il business plan predisposto dall'amministratore delegato Cramer Ball e passato al vaglio dell'advisor indipendente Roland Berger. Un giudizio, questo, che, sempre secondo quanto assicurato dal cda, "apre la strada a una finale approvazione" entro questa settimana. E' da vedere se il giorno buono sarà domani o se invece sarà necessario ancora qualche giorno.

Intanto, l'allerta è massima da parte dei sindacati che attendono che si alzi il velo sul capitolo più spinoso, quello degli esuberi dove si parla di circa 2000 unità. "Rivediamo gli stessi problemi e presagiamo il fallimento degli stessi obiettivi, ogni volta riproposti", avverte il segretario generale della Filt-Cgil Alessandro Rocchi. "La terza crisi in otto anni si cala su una condizione del lavoro fortemente stressata dalle due precedenti ristrutturazioni, i cui sacrifici, sopportati dal lavoro, sono stati vanificati da management inefficaci nei risultati".

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