cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 23:01
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Voucher, dopo stop è allarme per agricoltura e turismo

29 marzo 2017 | 16.52
LETTURA: 4 minuti

 - (Fotogramma)
- (Fotogramma)

L’abolizione dei voucher sta creando allarme e preoccupazione nel mondo del lavoro. A essere penalizzate sono soprattutto le imprese del turismo e dell’agricoltura, settori legati da sempre alla stagionalità e dunque alla necessità di prestazioni di lavoro saltuarie. Le loro posizioni e quella della Cgil, il sindacato che ha promosso il Referendum per abrogare i voucher, sono state raccolte dall'AdnKronos.

Gli albergatori sono categorici nel manifestare il loro disappunto. "E' un errore grave, marchiano, di cui non avevamo nessun bisogno - dichiara Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi - abbiamo detto, e lo ribadiamo, che sarebbe stato meglio andare a referendum. Si è deciso altrimenti, per ragioni che evidentemente non avevano a che fare né con le esigenze delle imprese né dei lavoratori".

Critiche al governo giungono anche per la tempestività con cui ha agito. Dall’oggi al domani i voucher sono stati aboliti e non rimpiazzati da un altro strumento. E ora si confida sull'iter parlamentare per raddrizzare il tiro. "Noi speriamo che il Parlamento ponga rimedio, almeno in parte, ai guasti che sono stati provocati - sostiene Nucara - perché allo scoccare della mezzanotte del 17 marzo i voucher sono stati ritirati. Ora occorre che si preveda un congruo margine di tempo, un mese, due mesi, dalla conversione del decreto entro il quale si possono acquistare i buoni che potranno essere utilizzati entro il termine stabilito, il 31 dicembre 2017".

"E' una farsa. Nella legge avevamo già messo gli anticorpi - dichiara Romano Magrini, responsabile Lavoro della Coldiretti - intanto, perché potevano essere utilizzati solo da studenti, pensionati e cassintegrati e non da operai agricoli. In questi anni, nessuno operaio agricolo è diventato 'voucherista', ma anzi gli operai sono aumentati, dall'altra i voucher sono rimasti costanti".

La percentuale di utilizzo dei buoni lavoro nel turismo e nell'agricoltura, è comunque molto bassa, per questo motivo, gli imprenditori di entrambi i settori rimandano al mittente le accuse di aver abusato di questo strumento. Nel turismo infatti, i voucher rappresentano l'1,2% del lavoro del settore, ovvero ogni impresa mediamente utilizza 127 voucher l'anno, questo significa una persona per tre settimane o tre persone per una settimana. Analoga percentuale nel lavoro dei campi, circa l'1% viene utilizzato che corrisponde a 2,2 milioni di buoni venduti con una platea di oltre 50 mila lavoratori.

La Coldiretti sollecita il governo a fare presto nell’imminenza delle campagne di raccolta. "Chiediamo che si faccia presto, - aggiunge Magrini - perché come sono stati veloci nell'abolirli dobbiamo essere altrettanto veloci nel trovare un nuovo strumento che li abolisca. Il nuovo strumento deve essere veloce, non burocratico e soprattutto non avere costi tali da scoraggiarne l'utilizzo". Sulla stessa lunghezza d'onda la Federalberghi: "abbiamo un tessuto di piccole e piccolissime imprese quindi ci serve poca burocrazia, molta efficienza e tempestività".

Su tutt’altre posizioni la Cgil che, pur avendo ottenuto un primo risultato con il decreto legge per l’abolizione dei voucher, attende la conversione in legge per chiudere la partita del Referendum. E mantiene alta la guardia facendo riferimento alla sua proposta di legge sulla Carta dei diritti del Lavoro. "La nostra proposta prevede una risposta al problema per normare il lavoro occasionale, ricondotto alla sua tipologia di piccoli lavori, di lavori in famiglia coperti da studenti e pensionati. E' dunque è anche sbagliato di parlare di vuoto normativo, si discuta della Carta dei Diritti presentata dalla Cgil".

Ma, qual è secondo il sindacato di Corso d'Italia l'alternativa ai voucher? "Esistono altri strumenti come il lavoro a chiamata, - spiega Martini - la somministrazione e i contratti a termine in alcuni settori". Se la Cgil confida in forme contrattuali alternative, scetticismo e contrarietà esprimono gli imprenditori.

"E' del tutto evidente che un pensionato e uno studente non avranno alcun interesse ad essere assunti con un classico rapporto di lavoro subordinato - sostiene Magrini - il pensionato perché ha paura di perdere la pensione, lo studente perché andrebbe a incidere sull'Isee e quindi sulle tasse universitarie". Preoccupazione anche da parte degli albergatori. "La prestazione da un'ora non si può trasformare tecnicamente in un contratto, quindi molte persone resteranno a spasso. Così avremo fatto un danno grave alle imprese ma anche ai lavoratori di un Paese che ha la sua principale preoccupazione nella disoccupazione e, in particolare, di quella giovanile".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza