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Fitch declassa l'Italia, tripla B. Sottosegretario Baretta: "Sono opinioni"

22 aprile 2017 | 13.41
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Le principali agenzie di rating: Standard&Poor's, Fitch, Moody's (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Le principali agenzie di rating: Standard&Poor's, Fitch, Moody's (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Basta con i giudizi delle agenzie di rating che non si basano su parametri oggettivi. E' l'ora che l'Europa si doti di una sua agenzia, ma soprattutto che l'operato delle varie Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s sia controllato da organismi internazionali. Non ha dubbi nel tracciare la rotta da seguire Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia, dopo che Fitch ha declassato il rating dell'Italia paventando rischi politici e relegandola nella fascia della Tripla B.

''Quanto fa Fitch non è una novità - dice all'AdnKronos - mi sembra che abbia la propensione a declassare il nostro Paese, una sorta di preconcetto che si ripete periodicamente''. Il sottosegretario non riesce proprio a individuare i rischi legati alla stabilità politica, ''quando di fronte c'è una scadenza elettorale naturale prevista a pochi mesi''. Ma non solo: il declassamento avviene ''in una situazione di crescita dell'economia, certo, ancora lenta, ma con dati tendenziali che sono costantemente positivi''.

Una base di partenza insomma difficile da tradurre in una certificazione negativa: ''Se analizziamo i dati reali, il loro ragionamento sinceramente non convince. Mettono insieme una somma di opinioni interessanti ma oggettivamente discutibili''.

Ecco allora che si deve rilanciare con forza la proposta ''di un'agenzia europea di rating e, al contempo, si deve fare in modo che queste certificazioni siano a loro volta certificate da organismi o osservatori internazionali''. Baretta pensa al Fondo monetario internazionale, ma non solo. ''L'importante - sottolinea - e che questi giudizi si basino su dati di fatto e su previsioni precise, stilate sulla base di parametri internazionali condivisi. Chi dà giudizi deve essere posto sotto esame a sua volta''. Altrimenti il rischio è che, alla fine, ''si producano dei verdetti che possono influenzare i mercati esteri, danneggiando gli interessi del paese, senza che vi siano valutazioni oggettive e questo è grave''.

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