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Italia, Spagna e Grecia: è boom di ragazzi disoccupati. Bce: "Necessarie misure"

11 maggio 2017 | 11.00
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La disoccupazione giovanile nell’area dell’euro è ancora al di sopra dei livelli precedenti alla crisi. Complessivamente, però, il rapporto tra disoccupazione giovanile e totale non è cambiato dall’inizio della crisi economica. Tuttavia gli alti costi associati alla disoccupazione giovanile indicano la necessità di misure politiche volte a migliorare il funzionamento del mercato del lavoro in alcuni Paesi. Il dato resta particolarmente alto in Grecia, Spagna e Italia, a seguito di forti aumenti registrati durante la crisi. E' quanto si legge nel bollettino economico della Bce diffuso oggi.

"Nonostante i tassi molto alti di disoccupazione tra i giovani, il rapporto tra disoccupazione giovanile e totale non ha subito variazioni significative tra il 2007 e il 2016, il che suggerisce che la disoccupazione giovanile ha seguito l’andamento della disoccupazione totale. Gli altissimi livelli di disoccupazione giovanile raggiunti durante la crisi riflettono quindi sia l’intensità di quest’ultima sia un tasso di disoccupazione tra i giovani relativamente alto già nel periodo precedente alla crisi".

"A tale proposito - si legge ancora - è opportuno osservare l’ampia eterogeneità tra i diversi Paesi: nel complesso dell’area dell’euro il tasso di disoccupazione giovanile è 2,2 volte più alto del tasso di disoccupazione totale, mentre in Italia e in Lussemburgo è maggiore di oltre tre volte ed è solo 1,7 volte superiore in Germania", aggiunge Eurotower.

Il tasso di disoccupazione giovanile sta diminuendo più velocemente rispetto a quello totale, riflettendo una maggiore sensibilità al ciclo. Tra il 2007 e il 2013, scrive la Bce, il tasso di disoccupazione giovanile nell’area dell’euro è aumentato di circa 9 punti percentuali. Nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione totale è salito di circa 4,5 punti percentuali (ossia, la metà rispetto alla disoccupazione giovanile). Analogamente, durante la ripresa, la disoccupazione giovanile si è ridotta più rapidamente di quella totale.

Tra il 2013 e il 2016 il tasso di disoccupazione giovanile è sceso di circa 3,5 punti percentuali mentre quello totale di circa 2 punti. La Slovacchia, la Grecia e la Spagna, seguiti da Portogallo, Irlanda e Cipro sono tra i Paesi in cui si è registrata la più significativa contrazione della disoccupazione giovanile. In Grecia e in Spagna la diminuzione dei tassi di disoccupazione è stata accompagnata da un calo dei tassi di partecipazione.

La percentuale di giovani senza un impiego che restano disoccupati per oltre un anno, si legge ancora, è inferiore rispetto al totale dei disoccupati nella stessa situazione. Come previsto, la percentuale di giovani che restano disoccupati per più di un anno è minore rispetto a quella del totale di disoccupati nella stessa situazione, riflettendo il fatto che i giovani sono più inclini a periodi intermittenti di transizione tra attività e inattività (ad esempio per migliorare la propria istruzione o formazione professionale). Tuttavia, in alcuni Paesi tale percentuale di giovani disoccupati è prossima a quella dei disoccupati totali.

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