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Draghi: "La ripresa può accelerare ma l'inflazione resta troppo bassa"

08 giugno 2017 | 15.21
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Draghi:

Migliora la crescita ma non l'inflazione. E il quadro spinge la Bce a confermare la sua attuale strategia: tassi di interesse fermi e Qe confermato, con acquisti di titoli per 60 miliardi al mese fino alla fine del 2017 o oltre se necessario. Questo, "finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione".

L'economia nell'area Euro si sta rafforzando e la ripresa "può accelerare più di quanto previsto", è l'indicazione che arriva dal presidente della Bce Mario Draghi, in conferenza stampa a Tallin dopo la riunione del Consiglio. Tanto che la Bce ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l'area Euro: +1,9% nel 2017, +1,8% nel 2018 e +1,7% nel 2019.

Ma l'inflazione, al contrario, resta troppo bassa. Rispetto alle previsioni di marzo dello staff macroeconomico della Bce le stime di inflazione sono state riviste al ribasso, con una crescita nel 2017 stimata all'1,5%, all'1,3% nel 2018 e all'1,6% nel 2019. "Nei prossimi mesi - aggiunge Draghi - l'inflazione è prevista rimanere al livello attuale, mentre l'inflazione di fondo resta bassa".

In questo scenario, dice Draghi, "è ancora necessaria una politica monetaria molto accomodante". Le parole scelte confermano che non è arrivato il momento per tornare indietro rispetto alle misure straordinarie messe in campo per perseguire l'obiettivo di riportare l'inflazione vicina al 2%. Non solo. Il Consiglio direttivo della Bce "è pronto a incrementare in termini di entità e/o durata il programma" di acquisto di attività, il cosiddetto Quantitative Easing "se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione".

La Bce ha comunque abbandonato il riferimento a tagliare i tassi a un livello "più basso". Nella dichiarazione diffusa alla fine del Consiglio Direttivo si sottolinea l'attesa "che i tassi di interesse di riferimento della si mantengano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività". E Draghi puntualizza: "Non mi aspetto tassi più bassi ma se mi si chiede se, a fronte di un peggioramento della situazione, siamo pronti ad abbassare ulteriormente i tassi, dico sì".

Non manca il consueto richiamo ai governi. "L'attuazione delle riforme strutturali deve essere sostanzialmente intensificata per aumentare la resilienza, ridurre la disoccupazione strutturale e aumentare la produttività e la crescita potenziale", osserva Draghi. Che in una risposta successiva sull'Italia, aggiunge: "I Paesi che hanno un bilancio più debole, una crescita bassa e che ritardano l'attuazione delle riforme sono evidentemente più esposti a un rialzo dei tassi".

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