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Banche venete, decreto pronto: no 'nuove' risorse pubbliche

23 giugno 2017 | 19.03
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Banche venete, decreto pronto: no 'nuove' risorse pubbliche

Il decreto per le banche venete è sostanzialmente pronto. "C'è già il via libera di Bruxelles e si stanno definendo gli ultimi dettagli tecnici di una bozza che è ormai condivisa", spiegano all'Adnkronos fonti vicine al dossier. L'obiettivo dichiarato è quello di assicurare "la corretta cornice normativa" all'operazione che dovrebbe portare Intesa SanPaolo a rilevare, per una cifra simbolica, gli asset 'buoni' di Bpvi e Veneto Banca. E il Governo punta ad approvare il provvedimento prima dell'apertura dei mercati di lunedì. Tanto che il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ne stanno condividendo i contenuti in un incontro a Palazzo Chigi e i ministri sono sta già stati allertati per la riunione del Cdm che sarà chiamata ad esaminarlo.

Il decreto arriverebbe dopo la dichiarazione formale di insolvenza da parte dei due cda delle banche e dovrebbe essere, come già avvenuto in occasione del salvabanche e nella partita Mps, "un provvedimento di carattere generale", che consentirà al Tesoro di intervenire, in concorso con azionisti e titolari dei bond subordinati (quindi rispettando il burden sharing), nella ricapitalizzazione delle due banche liquidate e commissariate, che avranno in pancia anche i crediti deteriorati, pari a circa 10 mld.

Sarà sostanzialmente una bad bank, anche se avrà una veste formale diversa. "L'orientamento prevalente sarebbe quello di utilizzare parte dei 20 mld già stanziati per le ricapitalizzazioni precauzionali", spiegano le fonti interpellate, senza quindi prevedere l'impiego di 'nuove' risorse pubbliche.

"Stiamo seguendo, in continuo contatto con il Mef, la situazione", ha sintetizzato il premier Paolo Gentiloni, aggiungendo, in risposta a chi chiedeva dell'ipotesi di un decreto nel fine settimana: "Naturalmente, se ci saranno decisioni da prendere le valuteremo". Il premier, al termine del Consiglio europeo a Bruxelles, ha indicato anche la priorità politica dell'intervento: "Siamo in contatto continuo con le autorità europee competenti. E la garanzia per quanto riguarda i risparmiatori e i correntisti, nelle discussioni che stiamo facendo, è una garanzia che mi sento di confermare totalmente".

Per il resto, il provvedimento del Governo dovrà rispondere alla condizioni stringenti poste da Intesa SanPaolo e messe nero su bianco al termine del cda della banca che ha formalizzato la disponibilità "all’acquisto di certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca". Condizioni che sono riassunte nella richiesta di "termini che garantiscano, anche sul piano normativo e regolamentare, la totale neutralità dell’operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del Gruppo Intesa Sanpaolo". Ovvero, nessuna ricapitalizzazione a carico della banca che compra e nessun impatto negativo sui conti.

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