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Disoccupazione risale all'11,3%, tra i giovani al 37%

03 luglio 2017 | 20.08
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(Fotogramma)
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Si arresta la crescita dell’occupazione e torna a salire la disoccupazione. I dati Istat descrivono una battuta d’arresto per il mercato del lavoro. A maggio la stima degli occupati cala dello 0,2% rispetto ad aprile (-51 mila unità) attestandosi, dopo il forte incremento registrato il mese precedente, ad un livello lievemente superiore a quello di marzo. Il tasso di occupazione si attesta al 57,7%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali.

Il tasso di disoccupazione sale all’11,3% (+0,2 punti percentuali) e quello giovanile al 37% (+1,8 punti) rispetto ad aprile. Dopo il forte calo registrato ad aprile, la stima delle persone in cerca di occupazione a maggio cresce dell’1,5% (+44 mila). La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a maggio rimane invariata, sintesi di un calo tra gli uomini e un aumento tra le donne. L’inattività risulta in calo tra i 25-34enni, in crescita tra gli ultracinquantenni mentre rimane stabile nelle restanti classi di età. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, invariato rispetto ad aprile.

Non mostra particolare preoccupazione il ministro del lavoro Giuliano Poletti. "Dopo il forte aumento registrato ad aprile, la diminuzione degli occupati registrata a maggio non muta le tendenze di medio-lungo periodo dell’occupazione che continuano ad evidenziare, sia su base trimestrale che su base annuale, la crescita degli occupati e la diminuzione dei disoccupati. In particolare, nel trimestre marzo-maggio gli occupati sono 65mila in più e i disoccupati 90mila in meno", commenta.

Nel periodo marzo-maggio, in effetti, l'Istat registra comunque una crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,3%, +65 mila), determinata dall’aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine. Su base tendenziale, a maggio scorso nel confronto con maggio 2016, si conferma l’aumento del numero di occupati (+0,6%, +141 mila). La crescita, che coinvolge uomini e donne, riguarda i lavoratori dipendenti (+313 mila, di cui +199 mila a termine e +114 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-172 mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+407 mila) a fronte di un calo nelle altre classi di età. Nello stesso periodo diminuiscono i disoccupati (-1,8%, -55 mila) e gli inattivi (-0,9%, -129 mila).

Nel complesso, però, i dati sono un segnale da non sottovalutare. E i sindacati lo fanno presente con decisione. “I dati, purtroppo, non sono una novità, confermano ciò che sosteniamo da tempo: il mercato del lavoro è stagnante. Essere ottimisti a tutti i costi non serve, meglio affrontare i nodi e le mancanze delle scelte politiche degli ultimi anni: occorre cambiare le politiche adottate sinora", evidenzia Tania Scacchetti, segretario confederale della Cgil.

E’ “il segnale è che la ripresa è ancora debole e tutta da consolidare", chiarisce il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. "Dopo l’improvvisa impennata a maggio delle richieste di cassa integrazione, desta preoccupazione la 'frenatina' dei dati sull’occupazione", sintetizza Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil.

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