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Molise, in arrivo 2 milioni di euro per le nuove imprese

24 luglio 2017 | 12.10
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(Fotogramma)
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Opportunità per le nuove imprese in Molise. Sono stati da poco pubblicati due avvisi, a valere sulle risorse del Por Fesr Fse Molise 2014/2020, che stanziando due milioni di euro puntano alla ripresa produttiva e occupazionale, come riporta finanziamentistartup.eu/, il portale dedicato ai finanziamenti pubblici a supporto dell'ecosistema startup italiano.

Ci sono sessanta giorni di tempo dalla pubblicazione, ossia fino all’incirca alla metà di settembre, per presentare le domande. Un primo avviso riguarda la creazione di imprese da parte dei lavoratori dell'area di crisi complessa. In Molise c’è un “grave disagio occupazionale derivante dalla profonda crisi subita dal tessuto economico. A seguito della crisi tre grandi filiere, il metalmeccanico, l’agroalimentare e il tessile, hanno registrato una caduta occupazionale disarmante”, spiega all’Adnkronos l’assessore alle Politiche dello Sviluppo economico Carlo Veneziale. L'altro avviso invece è per la creazione di imprese nell'intero territorio regionale.

Entrambi gli avvisi sostengono la creazione di nuove imprese (lavoro autonomo o attività di impresa in forma associata) che riguardano la creazione di beni nei settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli, la fornitura di servizi alle imprese e alle persone, il commercio di beni e servizi , il turismo e la promozione culturale. Le possibili forme giuridiche delle imprese sono ditta/impresa individuale, società di persone, società di capitali, società cooperativa.

“Tra le politiche attive quella autoimprenditoriale ci sembra la più coerente con i bisogni dei territori”, continua l’assessore spiegando che viene sostenuto l’avvio all’investimento con un contributo a fondo perduto. “Siamo pronti - aggiunge Veneziale - laddove ci dovessimo rendere conto che la misura ha colpito nel segno e che i fondi non sono sufficienti, a rimpinguare le risorse”.

Riguardo al bando per la creazione di imprese da parte dei lavoratori dell'area di crisi complessa, la dotazione finanziaria è di 1.000.000 euro.

Si rivolge ai disoccupati o percettori di misure di sostegno al reddito, comunque denominate, che dalla data del 1 gennaio 2008 risultavano occupati con rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato in aziende coinvolte nelle crisi delle seguenti attività: polo avicolo agroalimentare: Solagrital-Gam e aziende dell'indotto; polo tessile: Ittierre Spa e aziende dell'indotto; polo meccanico (ambito Venafro-Pozzilli).

Quale sostegno pubblico alle spese ammissibili del Progetto d’impresa è previsto un contributo di importo massimo per singolo partecipante di 30mila euro. In presenza di candidature inoltrate da più partecipanti, il contributo pubblico può aumentare in proporzione fino all’importo massimo di 200mila euro.

Per quanto riguarda l'avviso per la creazione di imprese nell'intero territorio regionale, la dotazione finanziaria è di 1.000.000 euro. Si rivolge ai cittadini del resto del territorio molisano. Tra le spese ammissibili ci sono quelle per l'acquisto di macchinari, impianti e attrezzature, le spese per l'acquisto di componenti hardware e software utili per l'attività di impresa compreso la realizzazione di siti internet, le spese per ristrutturazione/adeguamento dei locali funzionali all'attività imprenditoriale, le spese per consulenze strategiche funzionali all'attività nella misura massima del 10% dei costi.

L’avviso è a sportello attraverso una “piattaforma informatica. C'è il portale Mosem della Regione molisana attraverso cui, previo accreditamento e rilascio delle credenziali, si può inviare il progetto e interloquire con l’amministrazione”, sottolinea Veneziale. Saranno inoltre attivati tre infopoint, rispettivamente a Termoli, Campobasso e Isernia, dove gli interessati potranno, dopo aver fissato un appuntamento via email, avere informazioni prima dell’invio della domanda. “Sono soddisfatto, si tratta solo di un primo bando per le politiche attive - conclude l’assessore - ne seguiranno diversi altri perché, pur dovendo tutelare i disoccupati con politiche passive, lo strumento delle politiche attive è più idoneo a dare di nuovo occupazione al territorio”.

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