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Fisco, 20 milioni di 730 nel 2017

26 luglio 2017 | 14.59
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(Fotogramma)
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Sono 20 milioni le dichiarazioni dei redditi degli italiani presentate nel 2017 effettuate attraverso il Mod. 730 di cui quasi 2,3 milioni inviate online direttamente dai contribuenti. I dati sono frutto di una prima proiezione, sulle statistiche ufficiali del sito dell’Agenzia delle entrate, a cura della Consulta Nazionale dei Caf che fotografa la condizione reale del sistema fiscale del Paese.

Tra qualche settimana, terminata la maratona di compilazioni "che ha portato nelle sedi dei Caf oltre 17 milioni di cittadini", che hanno delegato gli stessi Centri a scaricare 16 milioni di dichiarazioni precompilate, sarà effettuata una verifica puntuale che porterà gli esperti della Consulta nazionale ad analizzare la composizione delle fasce di reddito e le diversità delle realtà economiche regionali.

"Il dato odierno - prosegue la nota Caf- conferma la posizione espressa dai rappresentanti della Consulta Nazionale durante l'audizione presso la Commissione parlamentare per la semplificazione" nel corso della quale i coordinatori, Massimo Bagnoli e Mauro Soldini , avevano sottolineato come “progressivamente, la dichiarazione precompilata migliorerà ancora e renderà fruibile anche il servizio online ad un numero maggiore di contribuenti".

"Tuttavia è chiaro - dice ancora la nota della Consulta dei Caf - che i positivi risultati dei primi tre anni di sperimentazione della dichiarazione dei redditi precompilata, il 60% (11,2 milioni) nel 2015, il 75% (14,5 milioni) nel 2016 e l’80% (16 milioni) nel 2017, non si sarebbero potuti realizzare senza l’attività svolta in modo professionale e capillarmente su tutto il territorio nazionale dagli oltre 20.000 dipendenti qualificati che operano nelle strutture dei Centri di Assistenza Fiscale".

Quanto alle dichiarazioni precompilate il dato reale 2017 non supera i 2,3 milioni, con un incremento rispetto allo scorso anno di circa 400.000, anche se resta ancora distante dalle previsioni iniziali del Governo per il triennio che si è appena concluso, nonostante lo sforzo eccezionale profuso dall’Amministrazione fiscale. "Questo risultato deve far riflettere il Parlamento e l’amministrazione finanziaria rispetto al ruolo che intende affidare ai Caf: pensare al superamento dell’intermediazione nel rapporto tra Stato e cittadino, affidata oggi ad un interlocutore credibile ed affidabile, si dimostra sempre più velleitario e costoso", prosegue la nota.

Costoso per il singolo, perché attraverso un seppur contenuto aumento delle tariffe del servizio, "ai Caf si prospetta uno scenario difficilissimo" non potendo pareggiare il taglio inspiegabile operato dalla legge di Stabilità 2016, e costoso per la collettività perché non viene colto il valore positivo che i Caf trasferiscono allo Stato con la loro mediazione. Valore costruito sulla fiducia perché basato sulla vicinanza e sulla tutela”.

Le semplificazioni possibili nel settore fiscale infatti, conclude la nota, "devono sempre prevedere che, alla fine, è il cittadino che sceglie la modalità di adempimento ai suoi doveri contributivi, e la sua volontà va rispettata. Il numero delle dichiarazioni raccolte nei Centri di Assistenza Fiscale lo dimostra ancora una volta".

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