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Draghi: "A ottobre decideremo il futuro del Qe"

07 settembre 2017 | 15.10
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Draghi:

Si deciderà ad ottobre il futuro del Qe. La Bce "deciderà in autunno come calibrare" le sue mosse dopo la fine del 2017, spiega il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio che ha lasciato invariati i tassi di interesse e confermato l'attuale livello e modalità di acquisto di titoli fino alla fine del 2017. Durante la riunione del Consiglio è stata fatta "una discussione molto preliminare" rispetto alle mosse che la Bce metterà in campo dopo la fine del 2017. Draghi aggiunge che "il grosso delle decisioni sarà preso in ottobre", puntualizzando che si tratta di affrontare un insieme complesso di variabili. In particolare, "non sono stati discussi cambi ai limiti di emissione" nel Quantitative Easing ma ci sono state "discussioni preliminari" sugli "scenari e sui sistemi di trasmissione" delle eventuali scelte. Guardando avanti, Draghi si dice "fiducioso sul fatto che quando verrà tempo il decisioni sfrutteremo tutta la flessibilità degli strumenti a disposizione della Bce".

Queste decisioni, quelle di oggi e quelle che arriveranno, si inseriscono in un contesto in cui la ripresa economica "è solida e distribuita" ma in cui l'inflazione è ancora troppo bassa. Per questo "è ancora necessaria una politica monetaria accomodante" e il livello dei tassi "rimarrà a lungo su questi livelli" anche oltre la fine del Qe. Sul fronte crescita, l'economia dell'Eurozona ha registrato una "accelerazione superiore al previsto nel primo semestre, è solida e diffusa fra paesi e settori. Ma la recente volatilità dei cambi è fonte di incertezza che richiede controllo". Di qui, le nuove stime della Bce. Per quest'anno si stima un incremento del pil del 2,2%, per il 2018 +1,8% e +1,7 per il 2019.

Diverso il discorso sul fronte inflazione. "Nel consiglio direttivo c'è una diffusa insoddisfazione" sull'andamento dell'inflazione e questo sostiene la necessità di un "sostanziale livello di accomodamento monetario", spiega Draghi, ribadendo come sull'inflazione "bisogna essere pazienti". anche alla luce dei numeri. Per l'inflazione nell'Eurozona si prevede "un calo temporaneo" nei prossimi mesi che ha spinto lo staff macroeconomico della Bce a "rivedere leggermente al ribasso" le proprie stime. Le nuove stime, puntualizza Draghi, sono legate anche al "recente apprezzamento dell'euro" e sono di una inflazione nel 2017 all'1,5%, per il 2018 all'1,2% e per il 2019 all'1,5%.

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