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Web tax, Ue scalda i motori

21 settembre 2017 | 16.39
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La Commissione Europea scalda i motori per arrivare ad avere una tassazione "equa e non nemica della crescita" per l'economia digitale: l'obiettivo è di presentare proposte legislative "entro la primavera del 2018". L'esecutivo Ue ha adottato una comunicazione che "delinea le sfide che gli Stati membri affrontano e le possibili soluzioni". "I profitti fatti nell'Ue dovrebbero essere tassati nell'Ue, un principio che vale per le imprese che hanno un business tradizionale, come per le imprese digitali, che non hanno necessariamente una presenza fisica negli Stati dell'Ue", ha spiegato il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis a Bruxelles. 

Si tratta di un problema non di poco conto: in media, le imprese che hanno un modello di business digitale sul mercato interno sono soggette ad un tax rate effettivo nell'Ue dell'8,5%, che è meno della metà rispetto a quelli delle imprese che operano con un modello di business tradizionale (20,9% per le imprese tradizionali domestiche, 23,2% per quelle internazionali); questa disparità si deve al fatto che le imprese digitali si basano in misura rilevante sui cosiddetti asset intangibili, per loro natura difficili da valutare, e beneficiano di sgravi fiscali.

Le imprese digitali transfrontaliere sono in grado di ridurre ulteriormente le tasse, poiché i loro asset intangibili sono molto mobili. Non solo: sfruttando i regimi fiscali più favorevoli, le imprese digitali possono portare i propri oneri fiscali a zero. Tuttavia, queste aziende sfruttano le reti, le infrastrutture e le istituzioni dello Stato di diritto esistenti negli Stati dell'Ue, senza pagare tasse da nessuna parte. 

"La comunicazione di oggi - ha spiegato Dombrovskis - indica diverse soluzioni" per 'catturare' meglio i ricavi dell'industria digitale, "come una 'equalization tax', un prelievo sulle pubblicità Internet o un'imposta sulle transazioni via Internet. E' chiaro che ci sono ancora molte questioni da risolvere prima di raggiungere una soluzione significativa. Siamo consapevoli del fatto che una risposta globale sarebbe la cosa migliore: per questo lavoriamo con l'Ocse e con il G20 su questo problema".  

"Quello che conta adesso - ha proseguito Dombrovskis - è che l'Ue parli con una voce sola sullo scenario internazionale e che si lavori per raggiungere una posizione comune Ue su questo entro dicembre. Tuttavia, l'Ue deve prepararsi ad agire autonomamente. Esamineremo le varie opzioni e il prossimo appuntamento sarà il Digital Summit a Tallinn la settimana prossima. Il nostro obiettivo è di presentare delle proposte legislative entro la primavera del 2018".

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