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Ammortizzatori sociali, governo apre su nuovi interventi

25 settembre 2017 | 20.57
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Il governo 'apre' alle richieste sindacali di nuovi interventi sugli ammortizzatori sociali. Nessun passo indietro sulla riforma varata con il jobs act quanto una disponibilità a ragionare sui fronti più caldi. Per questo allo studio dell'esecutivo c'è una proroga di 12 mesi, per il 2018 quindi, della maggiore flessibilità di accesso a cig, cigs e ad altri strumenti per le imprese che operano in aree di crisi complessa a parità di risorse e il possibile allungamento, a fronte di un piano di rilancio, della durata della cassa integrazione straordinaria per quelle aziende considerate strategiche.

E' questo l'esito del nuovo tavolo tecnico di oggi tra il ministero del Lavoro e Cgil, Cisl e Uil in vista della legge di bilancio. Le 8 aree di crisi complessa (Taranto, Piombino, Gela, Livorno, Porto Torres, Porto Vesme, Terni-Narni e Frosinone) dunque tornano al centro dell'attenzione dell'esecutivo che starebbe pensando perciò ad una proroga di quanto già varato nel corso del 2017 per consentire alle aziende in crisi di accedere ancora per un anno all'integrazione salariale per i lavoratori in esubero.

Per la crisi di aziende strategiche e in via di ristrutturazione, invece, l'ipotesi in corso di valutazione prevederebbe l'allungamento della durata della Cigs che attualmente è possibile fino ad un massimo di 24 mesi, 36 con l'utilizzo della solidarietà. Il tutto però solo in presenza di un piano di rilancio. L'obiettivo infatti è quello di rendere compatibili i tempi di una ristrutturazione con quelli della tutela dei lavoratori. Si studia un possibile aumento di 12 mesi ma l'analisi dell'impatto economico è in corso.

Al centro del confronto anche l'ipotesi di facilitare l'accesso al Fis, il fondo che finanzia la cassa integrazione per le imprese al di sotto dei 15 dipendenti. Un intervento che potrebbe vedere le vie brevi con un intervento amministrativo, non necessariamente con la legge di bilancio. Sul tavolo anche una quarta questione su cui però il governo, al momento, non ha dato risposta: il costo dell'accesso alla Cigs che per le aziende è molto costosa tanto da rendere i licenziamenti potenzialmente la strada più percorribile come hanno ribadito ancora Cgil, Cisl e Uil.

Una disponibilità, questa, a ragionare su questi capitoli che da mesi i sindacati portano all'attenzione del governo, apprezzata dalla Cgil che parla di "aperture" da parte dell'esecutivo anche se rinvia una valutazione complessiva sul pacchetto ammortizzatori alla presentazione di proposte concrete di modifiche al sistema degli ammortizzatori con gli opportuni finanziamenti", come spiega il segretario confederale della confederazione di Corso Italia, Tania Scacchetti.

L'intervento sugli ammortizzatori, infatti, non può essere finanziato per la Cgil, "unicamente con i risparmi derivanti dal mancato utilizzo di risorse disponibili" e manca, denuncia ancora il sindacato "un sistema di ammortizzatori sociali universali". Il sindacato infine ha messo sul tavolo di confronto anche la sproporzione tra costo di accesso alla Cigs e licenziamenti. "L'esecutivo deve ragionare su interventi che aumentino il costo dei licenziamenti e rivedano quello di attivazione della cassa integrazione poiché riteniamo indispensabile porre rimedio ad una situazione in cui per le imprese è più facile licenziare che attivare strumenti conservativi”, aggiunge la Cgil ribadendo come sia anche "indifferibile" un intervento di allargamento, anche transitorio, delle risorse per Naspi e mobilità, "di modo da evitare il disagio sociale di migliaia di lavoratori indotto dalla fine delle coperture”.

Soddisfatta dell'incontro e delle aperture anche la Uil. "Dall'incontro con il ministero del Lavoro si aprono speranze per molti lavoratori colpiti dalla crisi", commenta il segretario confederale, Guglielmo Loy. "La volontà di intervenire rendendo meno rigido il criterio di autorizzazione per agli ammortizzatori sociali per le piccole imprese che versano al fondo integrazione salariale è un fatto importante. Oggi il Fis incassa centinaia di milioni ma eroga poche prestazioni e questo non è giusto per chi è colpito da ristrutturazioni aziendali", spiega giudicando "ancor più rilevante" la possibilità che venga rivista la durata per la cassa straordinaria per chi opera in aree di crisi complessa e in aziende nel pieno di ristrutturazioni".

"Allungare la durata, in questo caso è giusto socialmente e ed è funzionale a sostenere le nostre imprese", commenta ancora ricordando come il sindacato abbia posto anche il problema di rivedere il costo della cigs per le imprese che vi accedono. "Questo alto costo rischia di far diventare conveniente licenziare e ciò va impedito", conclude.

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