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Caccia all'inquinamento, parte il satellite dell'Esa Sentinel-5P

27 settembre 2017 | 18.35
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Il satellite Sentinel-5P (Foto ESA)
Il satellite Sentinel-5P (Foto ESA)

Parte per la sua missione anche il satellite Sentinel-5 P. E l a sua sarà una caccia aperta all'inquinamento del nostro pianeta. Il satellite è il prossimo ad andare nello spazio della flotta delle 'Sentinelle' del programma europeo Copernicus che sta cambiando il paradigma dell'osservazione, studio e monitoraggio dell'ambiente del pianeta Terra. L'Agenzia Spaziale Europea ha confermato oggi che Sentinel 5-P sarà lanciato il 13 ottobre dal cosmodromo di Plesetsk, nel nord della Russia, alle 11:27 ora locale, le 9:27 Gmt.

Sentinel-5 Precursor - conosciuto anche come Sentinel-5P- è la prima missione Copernicus dedicata al monitoraggio della nostra atmosfera. "Il satellite ha a bordo lo strumento all'avanguardia Tropomi, per la mappatura di una moltitudine di gas traccia come diossido di azoto, ozono, formaldeide, anidride solforosa, metano, monossido di carbonio e aerosol, tutti gas che influenzano l'aria che respiriamo e, di conseguenza, la nostra salute ed il nostro clima" afferma l'Esa.

Con un raggio di azione di 2.600 chilometri, il satellite mapperà ogni giorno l'intero pianeta. Le informazioni ottenute da questa nuova missione saranno utilizzate attraverso il Servizio Copernicus di Monitoraggio dell'Atmosfera per le previsioni della qualità dell'aria e per i processi decisionali. "Le 'Sentinelle' sono una flotta di satelliti progettati per fornire dati preziosi ed immagini che sono centrali per il programma Copernicus della Commissione Europea" segnala l'agenzia.

Questo programma di monitoraggio ambientale, "unico nel suo genere, fornisce una svolta nel modo di vedere e gestire il nostro ambiente, di comprendere ed affrontare gli effetti del cambiamento climatico e di salvaguardare la vita di tutti i giorni" scandisce l'Esa.

La missione contribuirà inoltre a servizi quali monitoraggio delle ceneri vulcaniche per la sicurezza aerea, e per i servizi di allerta sugli alti livelli di radiazioni UV, che possono causare danni alla pelle. Gli scienziati, inoltre, useranno i dati per migliorare la conoscenza di importanti processi nell'atmosfera legati al clima ed alla formazione di buchi nello strato di ozono.

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