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Tim: "Vivendi è un amico dell'Italia"

05 ottobre 2017 | 10.10
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"Sono disponibile a incontrare autorità e governo per spiegare la visione di Vivendi su Tim. Voglio essere visto come l'ambasciatore della Francia per l'Italia". E' il presidente esecutivo di Tim e ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine a rispondere così ai cronisti a margine dell'evento EY a Capri. L'obiettivo di Vivendi come primo azionista di Tim "è trovare la migliore decisione per Tim e per i gli stakeholders, e per stakeholders intendo governo, regolatori, clienti e Italia come Paese perché è una società molto importante per l'Italia" prosegue de Puyfontaine.

"Sono a totale disposizione di ogni membro dell'ente regolatore, del governo nella mia funzione di presidente esecutivo di Tim per esprimere quello che vogliamo fare con Tim, che è completamente allineata con quella che io capisco essere la visione in termini di infrastruttura, il piano del governo per l'Italia digitale", assicura il manager. Sì quindi al confronto che "mi dia l'opportunità di spiegare perché Vivendi è un amico dell'Italia e io stesso voglio essere visto come un fantastico ambasciatore dell'amicizia tra Italia e Francia". Facendo riferimento all'incontro di Lione tra Macron e Gentiloni, dice "sono fiero di contribuire a queste relazioni cordiali".

"Sono molto pragmatico, non ho idee preconcette su Tim e su come faremo il successo della compagnia", ha precisato il presidente di Tim che rimanda al piano industriale, su cui "abbiamo lavorato", dice, spiegando che "saremo in grado di essere più precisi". Ribadisce che anche su Sparkle, l'azienda cui fanno capo i cavi sottomarini, "non entro nei particolari, faremo quello che deve essere fatto per fare in modo che tutti siano contenti". "Vedo situazioni che sono completamente disconnesse dalla realtà, quindi voglio che il mio messaggio sia chiaro e diffuso", ribadisce, rimandando alla cifra del confronto e della disponibilità a soluzioni condivise.

Tim "è una fantastica azienda e vogliamo renderla di nuovo di successo. Vivendi ama l'Italia e vuole investire", prosegue, sottolineando che il gruppo ha investito nel nostro paese circa 5 miliardi. Replicando ai cronisti che gli chiedono se da parte di Tim ci sono pregiudizi sull'ipotesi di spin off della rete, de Puyfontaine aggiunge: "Nessun pregiudizio su niente".

"Gli ultimi mesi - ha poi affermato - sono stati a dir poco 'accidentati' e mi riferisco alle insistenti illazioni sul ruolo di Vivendi in Tim: lasciatemi chiarire innanzitutto che queste speculazioni sono completamente disconnesse dalla realtà". Vivendi, sottolinea, "ha agito nel più stretto rispetto di norme e leggi. Inoltre devo dire che Tim è impegnata ad avere una costruttiva collaborazione con le istituzioni e i regolatori" ha ribadito.

Vivendi punta sulla convergenza con Tim in Italia, ribadisce il presidente de Puyfontaine, che spiega come "le opportunità create dalla convergenza tra tlc, distribuzione e produzione di contenuti sono alla base del nostro approccio strategico in Italia, un elemento centrale nella strategia del suo primo azionista per costruire un potente gruppo media con base nel Sud Europa".

"Ci stiamo espandendo in Italia - ha spiegato - perché è un mercato dove vediamo una grande opportunità di sviluppo di una infrastruttura in grado di fornire ai propri clienti un network fisso e mobile da cui accedere a pagamento a contenuti di alta qualità".

"Questo mercato, come altri in Europa e negli USA, ha superato la rottura provocata dalla prima generazione di contenuti distribuiti online dove la pirateria e inaffidabili network distributivi hanno minato la possibilità di monetizzare l'intrattenimento digitale" ha concluso de Puyfontaine.

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