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Internet: e-commerce, aumenta fiducia italiani, ma occhio alle insidie

11 ottobre 2017 | 10.27
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 - BillionPhotos.com - Fotolia
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Gli italiani hanno fiducia nell'e-commerce, ma quest'ultimo può nascondere delle insidie. Su 12,5 milioni di italiani heavy e-shopper, chi cioè acquista online almeno una volta al mese negli ultimi 12 mesi, l’83% rinuncia alla fruizione di un contenuto perché la navigazione risulta fastidiosa e il 34% ci rinuncia spesso. Ma non solo. Il 95% degli heavy e-shopper si è scontrato almeno una volta, nell’ultimo anno, con il "tranello" dei dark pattern, ovvero tutte quelle strategie che vengono adottate durante la progettazione di un’interfaccia di navigazione al fine di indurre gli utenti a rispondere inconsapevolmente a determinati stimoli. E il 30% ha ammesso che la reputazione del sito è peggiorata molto, dopo queste esperienze. Sono queste le maggiori evidenze emerse dall’indagine presentata all’interno dell’'Experience Matters: Marketing + Design, nuovi pattern per la convergenza digitale', l’evento che si è svolto presso il Politecnico di Milano Bovisa, organizzato da Poli.design, GreatPixel e Personalive.

“Se da una parte gli heavy e-shopper hanno imparato a convivere con i Dark Pattern - dice Andrea Boaretto, founder & ceo di Personalive – dall’altra occorre prestare attenzione a rischi reputazionali e all’attivismo sui social media dei consumatori meno tolleranti". Al tempo stesso il suggerimento per le imprese "è di progettare esperienze online coerenti con la propria esperienza di marca, vero differenziale competitivo per creare fedeltà affettiva anche per consumatori alla ricerca di promozioni online” dice Boaretto.

La ricerca, la prima in Italia ad affrontare la convergenza strategica fra marketing multicanale e design, ha preso in considerazione un campione di 1.000 utenti italiani, maggiori di 18 anni, rappresentativi di 12.5 milioni di italiani heavy user di e-commerce cioè coloro che acquistano online almeno 1 volta al mese negli ultimi 12 mesi. Lo studio ha prestato attenzione ai cosiddetti dark pattern. In questa direzione la ricerca ha fotografato lo status quo del percepito dei fenomeni interruttivi di navigazione online e dei dark pattern da parte del consumatore finale, indagando se, quanto e come esse siano riconosciute e ritenute invadenti e la reazione ad esse.

Gli heavy e-shopper italiani dimostrano molta fiducia nei confronti della navigazione online e dell’e-commerce: 9,2 milioni di italiani acquistano almeno una categoria merceologica (su 20 analizzate) esclusivamente online, con metodi di pagamento come paypal (82%), carta prepagata (47%) e carta di credito (41%), strumenti con cui nel 56% dei casi i consumatori registrano le proprie credenziali nell’ottica di velocizzare i propri acquisti e semplificarsi l’esperienza di fruizione e di acquisto.

“La Ricerca ci ha detto, confermando una tendenza ormai consolidata, che l’utente oggi sa quello che vuole e sa come trovarlo - osserva Venanzio Arquilla, professore associato del Politecnico di Milano e direttore del corso di alta formazione in User Experience Design di POLI.design - Si parla sempre più spesso di User Experience o di Customer Experience, dove si cerca di coinvolgere gli utenti in un processo positivo. La realtà dei fatti ci conferma che solo unendo le forze e contaminandosi marketing e design saranno in grado di generare nuovi pattern di valore” conclude Arquilla.

Ma se da una parte cresce la fiducia, non bisogna dimenticare gli ostacoli alla navigazione: quasi 3 milioni si dichiarano completamente intolleranti ai fenomeni imprevisti durante la navigazione (banner, pop-up, richiesta di dati personali per accedere a un contenuto, pubblicità a tempo, etc.). Al punto che l’83% degli italiani heavy e-shopper rinuncia alla fruizione di un contenuto perché la navigazione è risultata fastidiosa. E il 34% ci rinuncia spesso. Al tempo stesso l’85% degli heavy e-shopper dichiara di essersi imbattuto almeno una volta nelle fake news (il 32% spesso) e il 32% ha innalzato le difese contro gli ostacoli alla navigazione come l’advertising, installando un ad-blocker su almeno un dispositivo (Pc, smartphone, tablet). Questo dato è in linea con le evidenze Netcomm 2017, pari al 28% degli acquirenti online italiani.

L’indagine ha approfondito il fenomeno dei dark pattern. I dati evidenziano che il 95% degli heavy eshopper ne ha incontrato almeno uno negli ultimi 12 mesi, riconoscendone il possibile “tranello”. Queste strategie e tattiche oltre a non passare inosservate impattano sia sul comportamento degli individui che percependo fastidio la prima volta, prestano maggior attenzione le volte successive (45% dei casi) o addirittura decidono di non utilizzare successivamente il sito in questione (28% dei casi) sia su performance di business come la reputazione, tanto che il 30% dichiara un notevole peggioramento della reputazione del sito.

“Nel mondo si spendono circa 200 miliardi di euro in marketing e adv digitale – sostiene Giovanni Pola, ceo & founder di GreatPixel - per portare traffico, teoricamente sempre più mirato e qualificato sui nostri siti o app, eppure la conoscenza dei fenomeni che rappresentano il cuore dell’esperienza utente ancora non è adeguatamente sviluppata". Secondo Pola i Dark Pattern "sono una deviazione del design persuasivo, un fenomeno che può forse portare a dei vantaggi tattici di breve durata, ma, come risulta dalla nostra ricerca, sottopone l’azienda e il brand a un forte rischio reputazionale”.

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