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Bankitalia, accelera la ripresa: ora può scendere il debito

20 ottobre 2017 | 15.30
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Accelera la ripresa e il numero degli occupati torna ai livelli pre-crisi, anche se sono sottoutilizzati e vedono crescere poco i loro stipendi. Così come migliorano le condizioni del credito e lo stato di salute delle banche. In questo scenario, ci sono le condizioni per una consistente riduzione del debito. E' il Bollettino trimestrale di Bankitalia a fotografare i progressi dell'economia italiana.

Crescita. In Italia prosegue la crescita economica. Il pil italiano sarebbe cresciuto ad un ritmo sostenuto, pari allo 0,5 per cento sul periodo precedente, segnando un’accelerazione rispetto ai mesi primaverili. La crescita è sostenuta da consumi e investimenti.

Lavoro. Il numero degli occupati "è tornato ai livelli prossimi a quelli precedenti l’avvio della crisi". Si registra tuttavia "un calo delle ore lavorate del 5 per cento rispetto ai livelli pre-crisi, che evidenzia un ampio sottoutilizzo del fattore lavoro". Gli economisti di Via Nazionale evidenziano anche che "le retribuzioni contrattuali sono cresciute in misura contenuta".

Debito. Una significativa riduzione del debito appare conseguibile". Bankitalia promuove l'obiettivo di riduzione del debito indicato dal Governo. Secondo le stime di Via Nazionale "con i tassi di crescita del PIL in linea con quelli previsti è possibile una riduzione dello 0,4 per cento del rapporto debito/PIL, come previsto dal Governo.

Banche. Migliora la performance delle banche italiane quotate. Nel corso degli ultimi 12 mesi, "i corsi azionari delle banche italiane sono cresciuti del 51 per cento, più di quanto sono cresciuti quelli delle altre banche dell’area dell’euro". Intanto, "continua la riduzione dello stock dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti (8,2 per cento nel secondo trimestre, al netto delle rettifiche di valore; era 9,2 per cento nel primo trimestre)".

Credito. Sono "aumentati i prestiti erogati alle famiglie e alle imprese, ad esclusione del settore delle costruzioni". E "migliora la qualità del credito". Si evidenzia che "il tasso di deterioramento del credito è tornato in linea con i valori precedenti la crisi finanziaria".

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