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Visco: "Non risposi a Renzi, no pressioni da Boschi"

19 dicembre 2017 | 19.21
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Domande, in più occasioni, ma niente pressioni. E nessuna richiesta di interventi o di informazioni sensibili. Soprattutto, però, nessuna risposta. L'attesa versione dei fatti del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco in Commissione di inchiesta sulle banche ruota intorno alle presunte ingerenze del Governo Renzi, dell'ex premier e dell'ex ministro Maria Elena Boschi, su via Nazionale per la vicenda di Banca Etruria. Le parole del Governatore, più volte ribadite nel corso di un confronto fiume, espongono i fatti nell'interpretazione della banca centrale. Che vengono interpretati in maniera opposta a seconda della casacca politica. Renzi ringrazia e sostiene che la testimonianza "fuga ogni dubbio sul comportamento dei ministri". Attaccano, invece, i Cinquestelle. E Luigi Di Maio sintetizza: "Visco svela pressioni Renzi, Pd lo mandi a casa".

Rispetto all'ex premier, la frase chiave di Visco è: “Non risposi quando, al terzo incontro che ho avuto con Renzi, questi mi chiese perché la Popolare di Vicenza si voleva comprare Banca Etruria”. Una mancata risposta che il numero uno di Via Nazionale motiva con altrettanta chiarezza. Di vigilanza "ho parlato sempre solo con il ministro dell'Economia, nelle sue funzioni di presidente del Cicr". Come prevede il Testo unico bancario. Poi anche una nota di colore. “Erano presenti Padoan e Delrio. Renzi mi espresse preoccupazione sul settore dell'oro dell'aretino. Pensavo fosse una battuta...”.

Quanto ai due incontri della Boschi con il vice dg di Bankitalia Fabio Panetta, il Governatore conferma e spiega: "C'era un legittimo interesse dell'allora ministro su una questione che interessava il territorio. Ne parlò con Panetta, ma lui non disse nulla perché non si parlava delle questioni della Vigilanza, che sono riservate”. Poi, rispondendo a successive domande, altri dettagli. Gli incontri sono avvenuti “alla fine del 2014 e all'inizio del 2015". Quando erano in corso le ispezioni di Via Nazionale? "Sì". Ma, evidenzia ancora il Governatore, "non ci furono pressioni". Boschi "non fece una richiesta di interventi particolari né di informazioni sensibili", ribadendo "la fiducia per l'operato di Bankitalia" e manifestando "dispiacere e preoccupazione per le conseguenze che la crisi della banca avrebbe potuto avere per il territorio".

L'altro tema chiave dell'audizione è stato il ruolo della Vigilanza. In particolare, in riferimento a presunte pressioni esercitate da Via Nazionale perché Veneto Banca fosse acquisita da Bpvi. Anche su questo fronte, Visco è stato piuttosto chiaro. La Banca d’Italia "non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento". Un concetto che torna più volte, arricchito di diverse sfumature. “Non ho mai fatto pressioni, né dato indicazioni. Abbiamo solo recepito l'interesse” di Banca Popolare di Vicenza su Banca Etruria, ribadisce il Governatore.

Poi, di fronte a una specifica domanda, smentisce categoricamente telefonate con l'ex presidente di Bpvi Gianni Zonin. “La storia della telefonata che ho ricevuto da Zonin è del tutto falsa”. Invece, ricostruisce il Governatore più in dettaglio, "su richiesta dello stesso Zonin lo incontrai, per 5 minuti. Venne per salutarmi, stava con Barbagallo ed era la seconda volta che lo vedevo. Ci sedemmo sul divano e lui iniziò a dirmi che era interessato a Veneto Banca. Lo guardai e gli chiesi se fosse come avevo capito, cioè attraverso uno scambio di azioni. Ma lui era aggressivo. Gli risposi che una eventuale acquisizione si sarebbe dovuta fare con equilibrio, seguendo le regole, perché la banca non era più nella posizione di forza in seguito all'ispezione". Questo, assicura Visco, "è tutto quello che c'è stato con Zonin”.

Altri due passaggi significativi. Il primo, più politico. "Ho avuto pienissimi rapporti di collaborazione con Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Nei miei colloqui mai uno screzio, sempre ampia condivisione e rapidità di comprensione, anche se con valutazioni diverse, non solo con Renzi, su come affrontare certe situazioni", riconosce il Governatore. E lo stesso Renzi sottoscrive. "Confermo che abbiamo sempre avuto la massima collaborazione istituzionale, anche quando non eravamo d'accordo su tutto nel merito". L'altro passaggio è nel merito dell'attività di vigilanza. “Potevamo essere più svegli nel 2013? Forse, e ho due rimpianti: uno è di non aver spinto le banche con forza di dotarsi di capacità di recupero e di mettere ordine sul fronte delle sofferenze. L'altro, viceversa, di aver considerato Vicenza non straordinaria e o la migliore delle popolari, ma in grado di fare acquisti di banche più piccole con attenzione”. Evidentemente, non era vero.

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