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Braccialetti-spia mai in Italia

02 febbraio 2018 | 14.29
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"Ad Amazon ho spiegato che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria e sono bellissimi. Gli ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella che non è in uso ma è è stata brevettata, in Italia non ci sarà mai”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda al termine dell’incontro al dicastero di Via Molise con Amazon, il colosso dell'e-commerce finito nella bufera per i brevetti per la produzione di bracciali elettronici in grado di monitorare i movimenti dei suoi dipendenti.

"Braccialetto Amazon? Vi spiego tutto io"

Con Amazon, ha poi aggiunto, ''abbiamo fatto un punto sui nuovi investimenti, di cui siamo contenti a patto che la cura principale sia quella della qualità del lavoro e del personale. Su questo loro hanno dato un impegno e credo che anche l'incontro con Poletti per far ripartire il dialogo con i sindacati sia importante''. Il colloquio fa seguito infatti a quello che la delegazione del colosso dell'e-commerce ha avuto questa mattina al ministero del Lavoro.

In una nota il ministero del Lavoro, "con riferimento ad alcune affermazioni, riportate dalle agenzie di stampa, secondo le quali il Jobs Act avrebbe autorizzato l’utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori", precisa "che queste affermazioni non rispondono alla verità dei fatti".

"Il Jobs Act - spiega il ministero - ha adeguato la normativa contenuta nello Statuto dei lavoratori, risalente al 1970, alle innovazioni tecnologiche nel frattempo intervenute. La norma non ha dunque 'liberalizzato' i controlli, ma ha fatto chiarezza circa il concetto di 'strumenti di controllo a distanza' e i limiti di utilizzabilità dei dati raccolti attraverso questi dispositivi, in linea con le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni".

Inoltre, chiarisce ancora la nota, "la disposizione ha previsto che, in ogni caso, questi strumenti possano essere adottati esclusivamente previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro o del Ministero". Di più: la norma in questione rafforza e tutela ancor meglio rispetto al passato la posizione del lavoratore, "imponendo che al lavoratore venga data comunque adeguata informazione circa l’esistenza e le modalità d’uso di strumenti di lavoro che possano consentire un controllo a distanza".

No comment intanto da Amazon sul caso. "Non rilasciamo commenti relativamente ai brevetti - scrive il colosso dell'ecommerce in una nota -. In Amazon siamo attenti a garantire un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. La sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti sono la nostra priorità". "Le speculazioni riguardo l'utilizzo di questo brevetto - sottolinea Elena Cottini, Pr Manager Operations di Amazon Italia - sono fuorvianti. Ogni giorno, in aziende in tutto il mondo, i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell'inventario e per spedire gli ordini".

"Questa idea - continua -, se e quando dovesse essere implementata in futuro" verrà sviluppata "nel pieno rispetto delle leggi e delle norme, con il solo obiettivo di migliorare il lavoro di ogni giorno dei nostri dipendenti nei centri di distribuzione. Muovendo le attrezzature verso i polsi dei dipendenti, le mani vengono liberate dall'utilizzo degli scanner e gli occhi non devono più guardare lo schermo. Tutte le tecnologie che abbiamo implementato fino a oggi hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di lavoro nei nostri centri di distribuzione", ribadisce Cottini.

Sul caso è intervenuto oggi anche il presidente dell'Autorità garante della privacy Antonello Soro. Il bracciale elettronico per i lavoratori di Amazon ''sarebbe in contrasto con l'ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia - ha detto parlando a Radio Radicale - ma anche in Europa. Penso e spero - ha aggiunto - che questa idea verrà rimessa in discussione''.

Per l'avvocato Giuseppe Mauro, titolare dello Studio Legale Mauro specializzato in diritto del lavoro, civile e amministrativo, "il dibattito scaturito dalle indiscrezioni sul brevetto Amazon non solo non è attuale, in quanto la registrazione di un brevetto è cosa completamente svincolata dall'utilizzo concreto dello stesso, ma è anche giuridicamente privo di pregio appartenendo piuttosto al piano del 'fantadiritto'" dice all'Adnkronos.

"L'articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, poi riformato con il Jobs Act - ricorda infatti l'avvocato - vieta il monitoraggio dei dipendenti durante l'orario di lavoro con impianti audiovisivi o di altra natura salvo espressi accordi su base sindacale o autorizzazione ministeriale", aggiunge ancora Mauro che conclude: "Anche indossato il braccialetto, i dati suo tramite raccolti risulterebbero comunque inutilizzabili restando quali necessarie precondizioni sia l'adeguata informazione al lavoratore che il rispetto della normativa in materia di privacy".

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