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Cambia il paniere Istat: via il canone Rai

02 febbraio 2018 | 10.26
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Avocado, mango, vini liquorosi, lavasciuga e robot aspirapolvere. Sono questi i cinque nuovi prodotti che nel 2018 entrano nel paniere dell'Istat per il rilevamento dell'inflazione mentre escono la telefonia pubblica, il canone Rai e il lettore Mp4. Ad annunciarlo è l'istituto di statistica, che ogni anno l’Istat rivede l’elenco dei prodotti del paniere aggiornando contestualmente le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione.

La principale novità del 2018, riferisce l'Istat, è l’utilizzo dei prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data) dei beni per la cura della casa e della persona, provenienti dalla grande distribuzione organizzata (gdo) del commercio al dettaglio (ipermercati e supermercati). Nel paniere utilizzato nel 2018 per il calcolo degli indici Nic (per l’intera collettività nazionale) e Foi (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.489 prodotti elementari (1.481 nel 2017), raggruppati in 920 prodotti, a loro volta raccolti in 404 aggregati.

Per il calcolo dell’indice Ipca (armonizzato a livello europeo) viene impiegato un paniere di 1.506 prodotti elementari (1.498 nel 2017), raggruppati in 923 prodotti e 408 aggregati. L’aggiornamento del paniere, sppiega l'Istat, tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie, dell’evoluzione di norme e classificazioni e in alcuni casi arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati.

Nel complesso, le quotazioni di prezzo utilizzate ogni mese per stimare l’inflazione passano da 706.500 a oltre 4.500.000 e provengono da una pluralità di fonti: 461.000 raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica e 153.000 direttamente dall’Istat; 3.840.000 tramite scanner data; 63.700 provengono dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico.

Nel 2018, riferisce ancora l'Istat, sono 79 i comuni che contribuiscono alla stima dell’inflazione per il paniere completo (80 nel 2017); la copertura territoriale dell’indagine è pari all’83,2% in termini di popolazione provinciale e sale al 92,5% se si considera un sottoinsieme di prodotti (tariffe locali e alcuni servizi), il cui peso sul paniere Nic è del 6,1%, e per i quali altri 17 Comuni effettuano la rilevazione dei prezzi.

Tra punti vendita, imprese e istituzioni sono circa 42.400 le unità di rilevazione presenti nei comuni, mentre ammontano a quasi 8.000 le abitazioni presso le quali sono rilevati i canoni d’affitto. La rilevazione centralizzata viene effettuata direttamente dall’Istat e riguarda un sottoinsieme di prodotti, il cui peso nel paniere è pari al 23,9%. Viene realizzata utilizzando per lo più la rete Internet anche mediante tecniche di scarico automatico dei dati (web scraping) o attraverso la raccolta di informazioni da grandi fornitori di dati. Le quotazioni di prezzo raccolte attraverso gli scanner data provengono da un campione di 1.781 tra ipermercati e supermercati, rappresentativi dell’intero territorio nazionale e di 16 grandi catene della distribuzione al dettaglio.

Per il monitoraggio dei prezzi dei carburanti (benzina, gasolio, GPL e metano) utilizza le informazioni fornite da 13.240 distributori (65,9% di quelli attivi e presenti nella base dati del Mise). Nella struttura di ponderazione del paniere Nic aggiornata al 2018 si segnala l’aumento del peso di trasporti e servizi ricettivi e di ristorazione a cui si contrappone il calo di quello dell’istruzione. La divisione di spesa prodotti alimentari e bevande analcoliche continua ad avere il peso maggiore nel paniere (16,51%), seguita da trasporti (14,67%), servizi ricettivi e di ristorazione (11,74%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (10,80%).

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