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Bce: crescita più forte

08 marzo 2018 | 14.05
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La sede della Banca centrale europea a Francoforte (AFP PHOTO)
La sede della Banca centrale europea a Francoforte (AFP PHOTO)

La Bce depenna dal comunicato finale l'impegno ad aumentare il Qe in caso di peggioramento della crescita. Il Consiglio Direttivo "è stato unanime" nella decisione di "eliminare la frase introdotta in 2016" con il riferimento "esplicito" alla possibilità di rialzare il Quantitative Easing mentre "c'è stata una maggiore discussione su altri possibili cambiamenti nei prossimi mesi", afferma il presidente dell'Eurotower, Mario Draghi, al termine della riunione che ha lasciato i tassi invariati al minimo storico. Una modifica al testo finale che analisti ed esegeti del wording della banca centrale si aspettavano alla luce del miglioramento dell'economia.

La congiuntura mostra segnali positivi. "I dati ci confermano la forte e diffusa spinta della crescita dell'Eurozona, attesa nel breve termine a tassi più forti del previsto", sottolinea Draghi, riferendo che lo staff della Bce ha elaborato nuove previsioni macroeconomiche rivedendo al rialzo la stima per il Pil nel 2018 al 2,4%, mentre restano stabili quelle per il 2019 (al +1,9%) e per il 2020 (al +1,7%). Tra i rischi, che comunque restano ampiamente bilanciati, il protezionismo e gli sviluppi nei mercati dei cambi e finanziari. L'inflazione "resta debole e deve ancora mostrare segnali convincenti di una protratta tendenza al rialzo", spiega ancora Draghi, sottolineando che "permane la necessità di un ampio grado di stimolo monetario" per assicurare un ritorno durevole "verso livelli inferiori ma prossimi al 2%".

Sollecitato da un paio di domande in sala stampa il presidente della Bce si sofferma anche sull'esito del voto in Italia. "Una protratta instabilità può minare la fiducia e dunque impattare negativamente il pil", avverte. I mercati però hanno retto l'impatto del voto. "Quello che abbiamo visto con i risultati delle ultime elezioni - spiega Draghi - non suggerisce che i mercati reagiscano in un modo che possa minare la fiducia e nel caso del voto in Italia la reazione dei mercati è stata più o meno la stessa di altre elezioni e altri eventi politici". Inoltre sul rischio che l'Italia faccia marcia indietro sulla riforma delle pensioni e sul Jobs act, Draghi premette che "non ne abbiamo discusso oggi", ma sollecita "la sostenibilità fiscale nei Paesi con alto debito".

Il numero uno dell'Eurotower lancia poi un avvertimento contro i dazi sull'acciaio e l'alluminio annunciati dal presidente Usa Donald Trump. "Le decisioni unilaterali sono pericolose - scandisce - queste dispute vanno affrontate a livello multilaterale", nel quadro dell'organizzazione mondiale del commercio.

E nel giorno della festa della donna, Draghi ammette: "L'equilibrio di genere deve essere migliorato a tutti i livelli nella Bce". I numeri restano inferiori rispetto ai target, con il 27% delle posizioni esecutive nella Bce detenuto da donne, contro un obiettivo del 29%. Quanto agli incarichi senior la quota 'rosa' è al 17% contro l'obiettivo intermedio del 24%. "Quindi - conclude Draghi - su questo punto abbiamo del lavoro da fare".

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