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Bonus 80 euro, quando è meglio rinunciare

26 marzo 2018 | 06.47
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(Fotogramma)
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In alcuni casi al lavoratore conviene rinunciare al cosiddetto 'bonus Renzi' in busta paga. Introdotto dalla legge n. 89/2014, il credito Irpef da 80 euro viene erogato ogni mese attraverso la busta paga del lavoratore che non rientri nella categoria dei contribuenti nella no tax area e che abbia un reddito nell'anno superiore a 8.174 euro lordi e inferiore a 26.600 euro lordi. Al lavoratore che nell'anno non ha rispettato tali requisiti, ma a cui è stato erogato il bonus Irpef, è richiesta dal fisco la restituzione del credito in un'unica soluzione in sede di dichiarazione dei redditi. Per evitare tale situazione, al contribuente conviene fare affidamento al modulo di rinuncia al bonus, consegnandolo al proprio datore di lavoro.

Il DL 66 del 24 aprile 2017, convertito in legge n. 89/2014, prevede che il contribuente a cui sia stato erogato il credito Irpef, ma che risulti un contribuente incapiente, ovvero già beneficiario di detrazioni Irpef da lavoro dipendente al di sopra dell'imposta lorda dovuta e rientrante quindi nella no tax area, o che abbia guadagnato più di 26.600 euro lordi, debba restituire il bonus non spettante tramite la prima busta paga utile a seguito della liquidazione del modello 730. Nel caso in cui il lavoratore abbia rinunciato al bonus Renzi ma, allo scadere dell'anno, sia risultato invece idoneo a ricevere il credito, egli non perde il diritto e riceve quanto spetta tramite in un'unica soluzione in occasione del conguaglio del modello 730 dell’anno successivo.

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