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Innovazione, "Il Messaggero" declina le parole del futuro

11 aprile 2018 | 18.00
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 - (vege - Fotolia)
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Big Mind e Intelligenza Artificiale, Internet delle Cose e Big Data. Le "parole del futuro" sono già l'attualità tecnologica del nostro tempo ma serve riflettere sull'Innovazione. Ed è l'orizzonte che si è dato "Il Messaggero" nel nuovo round di incontri promosso a Roma dal quotidiano della Caltagirone Editore. Oggi all'Ara Pacis il parterre accolto dal direttore Virman Cusenza era tutto rivolto alle nuove tecnologie che stanno cambiando pelle alla società: dalle mille applicazioni dell'Internet of Things all'analisi dei Grandi Dati che scorrono ormai a fiumi nella madre di tutte le reti. (VIDEO)

"Oggi è una giornata di riflessione sull'Innovazione, che è il tema guida di altri temi che spaziano dalla tecnologia alla società, all'economia e ci sembrava giusta introduzione nell'anno in cui celebriamo i 140 anni de 'Il Messaggero'" ha scandito Virman Cusenza, parlando all'Adnkronos. Cusenza ha tracciato la strada ed il meeting si è aperto ad un confronto serrato fra big delle nuove sfide tecnologiche del calibro di Geoff Mulgan, ad di Nesta, politologo, futurologo e convinto che l'intelligenza collettiva possa cambiare il nostro mondo.

Nel dibattito su dove ci sta portando l'Innovazione si sono addentrati anche Mario Di Mauro, Chief Strategy Innovation & Quality di Tim che ha tracciato le mille applicazioni dell'IoT, Alessandro Lanza, membro del Cda dell'Enea che ha tirato un filo rosso fra analisi dei Grandi Dati e la sicurezza mirata alle infrastrutture sensibili. La medicina di precisione è stata al centro delle esperienze raccontate da Nicolò Manaresi, Fondatore e Cso di Menarini Silicon Biosystems, e Andrea Ardizzoni, Ordinario di Oncologia all'Università di Bologna, che si sono mossi sul delicato territorio della rivoluzione data-driven applicata alla salute.

L'innovazione è un'opportunità ma, ha segnalato Cusenza, nell'era del Datagate, "c'è anche un limite", servono anche i "confini" ed "il compito di un giornale per esempio è quello di accertare le scoperte ed i vantaggi dei nuovi campi ma anche piantare dei paletti su quello che riguarda le regole su quello che riguarda anche la nostra salvaguardia e gli interessi della nostra libertà".

Sul fronte dell'informazione, internet "è una superficie infinita" e drenare le notizie distinguendo quelle vere da quelle false, diventa complesso, perché, ha indicato il direttore de "Il Messaggero", il web "è una superficie sulla quale ci si stanca facilmente perché riempirla rispettando le regole è più complesso che riempire un foglio di carta". Ma, ha avvertito, il rigore che la pagina del giornale ci richiede "non sempre si ritrova sul web ed è un problema che dobbiamo sciogliere al più presto: pena la credibilità della nostra professione".

L'innovazione è già una realtà per Tim, "abbiamo predisposto un piano strategico, il DigiTim, che guarda al futuro", del resto "stiamo entrando nella gigabit society e questi dati devono essere trasportati e conservati in velocità e sicurezza" ha affermato Mario Di Mauro, Responsabile Strategie, Innovazione e Qualità di Tim, parlando con l'Adnkronos a margine dell'appuntamento promosso da "Il Messaggero". La tutela dei dati, ha assicurato Di Mauro, "come Tim l'abbiamo sempre fatta e la faremo con molta attenzione ma vogliamo che anche gli altri lo facciano: quindi regole uguali per tutti a parità di servizio" ha scandito il manager. Quindi, commentando le audizioni, prima al Senato poi al Congresso Usa, del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg per il Datagate, Di Mauro ha evidenziato come sia stato "percepito un po' in ritardo il pericolo e l'importanza della tutela dei dati". "C'è il tempo per rimediare ma -ha ribadito Di Mauro- serve parità ed equità di trattamento tra i vari attori". "Non può esser che sia Zuckerberg a dire 'Ok ho sbagliato, servirà una legge per regolamentare tutto ciò'" perchè "noi telco non ce lo possiamo permettere: la legge c'è e se sbagliamo siamo immediatamente sanzionati". Oggi, con il Datagate, ha evidenziato infine Di Mauro, "siamo arrivati ad punto in cui noi Telco eravamo già da tanto tempo nella tutela del consumatore".

Nella nuova ondata di tecnologie digitali, "la medicina di precisione sta realizzando un vero cambio di paradigma" nel settore della salute. A scandirlo è stato Nicolò Manaresi, Fondatore e CSO di Menarini Silicon Biosystems. La medicina di precisione, ha spiegato Manaresi, è dovuta alla "convergenza di numerose tecnologie che sono legate, nel particolare dell'oncologia di precisione, alla disponibilità di tecniche di sequenzamento massivo che generano una grande quantità di dati". Da qui, ha spiegato ancora, la "possibilità dei Big Data di essere immagazzinati" e, attraverso tecnologie basate su "Intelligenza Artificiale, analizzare questi dati e trarre delle conclusioni non ovvie da questa massa di informazioni" è la strada futuribile che già si sta mettendo in atto.

"Quello che noi facciamo in questo ecosistema -ha detto ancora Manarini- è di portare un dato pulito digitalizzando l'analisi di un campione biologico. Si rende addirittura possibile l'analisi di un tumore a partire da un campione di sangue, isolando le cellule tumorali, purificandole con la nostra tecnologia digitale e rendendole disponibili per un'analisi cellula per cellula". Un percorso che arriva fino "alla digitalizzazione ultima dell'analisi del genoma di una cellula, che è poi il 'pixel' della vita". Un processo, ha indicato infine Manaresi, che in oncologia può cambiare "sia il percorso della diagnosi che quello della cura" attraverso le "terapie personalizzate".

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