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Boccia: "Non si può rivotare fino a risultato che piace a qualcuno"

03 maggio 2018 | 13.03
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(Fotogramma)
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"Tornare alle urne presto? Non lo so. Speriamo però che si faccia qualcosa prima di tornare al voto perché aspettare sei mesi per non fare nulla e tornare alle urne mi sembra come quella battuta che fece Guzzanti, 'questi elettori vanno cambiati'. E se poi alle urne gli elettori rivotano uguale che facciamo? Rivotiamo fino a che non va come piace a qualcuno? Non mi sembra il caso". Così il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine di una conferenza stampa sul turismo, commenta la richiesta del M5S di tornare al voto per la mancanza di una coalizione di governo che li veda protagonisti.

Nuove elezioni, infatti, alimenterebbero quel clima di incertezza già presente nel Paese. "I mercati sono ancora in attesa. È chiaro che più il tempo si allunga più qualche nevrosi potrebbe esserci. È ancora presto per essere pessimisti. Ci sono ancora margini di manovra, ricordiamo che la Germania ci ha messo 6 mesi per fare un governo e quindi secondo me non dobbiamo ancora preoccuparci", dice sollecitando però un dibattito sul merito dell'azione del prossimo governo.

"Al momento sembra che il dibattito sia su chi, da grande, debba fare il premier e invece il punto è cominciare ad entrare in una dimensione del fare: su quali punti programmatici si vuole lavorare", sollecita ancora ribadendo come sia arrivato il momento di entrare "sui contenuti: quale dotazione infrastrutturale vogliamo realizzare, se vogliamo smontare o meno le riforme che hanno avuto effetti sull'economia reale, se vogliamo costruire una linea di politica economica di sostenibilità dato il debito pubblico che abbiamo...", prosegue Boccia che legge con la stessa lente anche i dati sull'occupazione, Istat e Ue, che certificano come per i giovani, nonostante gli sgravi fiscali varati dal governo, i contratti stabili continuino a restare al palo.

"L'occupazione stabile nonostante gli sgravi previsti per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani non decolla non solo per una questione economica ma soprattutto per una questione legata all’incertezza: viviamo in una dimensione di incertezza non sapendo se il prossimo governo smonterà le riforme e ne farà altre. Questo già crea un'instabilità dal punto di vista delle scelte che speriamo non diventi ansietà nel mondo dell'economia. Ed è per questo che i mercati ci attenzionano. Noi dobbiamo superare l'incertezza", aggiunge.

E ribadisce: "Bisogna attrezzarsi per affrontare questo momento delicato per il Paese ritornando ai fondamentali che sono quelli della competitività dell'industria italiana ed europea per avviare un confronto sul merito. Il documento di Verona ha detto proprio questo: ritorniamo alla centralità del lavoro, intervenire sul cuneo fiscale sui giovani, sulle infrastrutture... questi sono elementi fondamentali e speriamo che quanto prima ci sia confronto su questo", aggiunge concludendo con una battuta: "Nei giorni scorsi il premier albanese che avevamo incontrato aveva detto che vorrebbe che l'Albania diventasse come l'Italia. Da noi invece si vogliono smontare il Jobs Act, Industria 4.0 e le riforma delle pensioni che altri ci copiano".

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