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Decreto dignità

Lavoro: Openjobmetis, errore penalizzare agenzie, indietro di 20 anni

27 giugno 2018 | 20.06
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Di Vittoria Vimercati

Con le norme contenute nella bozza del 'decreto dignità', che colpisce il rinnovo dei contratti a termine e lo staff leasing, ovvero la somministrazione a tempo indeterminato delle agenzie per il lavoro, "si torna indietro di vent'anni e non ne capiamo il motivo". Rosario Rasizza, ad di Openjobmetis, una delle principali agenzie per il lavoro, l'unica quotata a Piazza Affari, è molto perplesso. "Quello che chiediamo a gran voce - dice all'Adnkronos - è che il ministro Luigi Di Maio ci incontri, così da potergli spiegare in maniera pratica e concreta che cos'è un'agenzia per il lavoro, come si comporta e cosa fa". E questo, per "evitare di essere considerati quello che non siamo". Rasizza è molto "dispiaciuto" che Di Maio abbia paragonato le agenzie al 'nuovo caporalato'. Diversamente, "noi rispettiamo i contratti collettivi nazionali ed è un peccato penalizzare uno strumento che ogni anno genera 1,8 miliardi di gettito Irpef, 2,5 mld di gettito Inps e 4 mld di retribuzioni".

L'abolizione dello staff leasing "proprio non lo capiamo. E' uno strumento - spiega - che tutela completamente il lavoro e offre una garanzia in più a chi interrompe un incarico con una determinata società. Forse è un problema ideologico". Quanto all'aumento dell'aggravio contributivo per i rinnovi contrattuali, "siamo pronti a valutare con il ministro tecniche e regole per limitarne gli abusi, ma non è certo con l'innalzamento della contribuzione che si favorisce l'economia italiana".Comunque, se il decreto resterà quello circolato come bozza, "non dovrebbero esserci impatti" sui risultati finanziari di Openjobmetis.

Equita, in un report, fa notare che la somministrazione a tempo indeterminato ha un peso limitato, meno dell'1%, sul margine lordo, "dato che é una forma rischiosa per le agenzie per il lavoro". I problemi dovranno affrontarli quanti si rivolgono all'agenzia per trovare un impiego. "Noi - spiega Rasizza - siamo preoccupati per loro: le aziende clienti, magari, per non avere l'aggravio contributivo della proroga ci chiederanno di sostituire il lavoratore con cui hanno già lavorato. Ci chiediamo perché il sindacato non si sia ancora espresso su questo argomento". In passato, è l'analisi del manager, "ogni decreto sul lavoro non si è rivelato positivo. Forse - suggerisce - per qualcosa di così importante non conviene muoversi per decreti, ma con le leggi, così da avere tutto il tempo per potersi confrontare con ogni parte sociale e datoriale".

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