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Grandi opere, Di Maio: "Non siamo contrari"

06 agosto 2018 | 11.27
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Nessuna contrarietà alle grandi opere, ma l'urgenza riguarda soprattutto servizi e infrastrutture già esistenti. Questo il pensiero del ministro Luigi Di Maio che oggi, ospite di Agorà Estate, è tornato sulla questione Tav e Tap che ieri ha diviso la maggioranza, mettendo in luce la distanza di vedute fra M5S e Lega sul tema.

''Non abbiamo nessun pregiudizio sulle grandi opere - ha spiegato infatti il vicepremier e capo politico pentastellato -, ma non si può fare la Torino-Lione e poi ignorare che alcune città hanno bisogno di rifare l'asfalto. Il presidente del consiglio Conte ha incontrato il sindaco di Melendugno e sta lavorando al dossier sul Tap''.

"Ci sono soldi che si spendono per fare opere e opere che si fanno per spendere soldi - ha continuato Di Maio -. In un Paese in cui, quando i cittadini si muovono nelle periferie del Nord e del Sud, non hanno gli autobus, non hanno le metropolitane, non hanno neanche le strade a volte, dire che dobbiamo spendere 10 miliardi per andare da Torino a Lione, quando non riusciamo ad andare da casa nostra a scuola di nostro figlio, secondo me è uno spreco".

DL DIGNITA' - Di Maio è poi tornato sul decreto legge dignità all'esame del Senato: "Credo che non ci debba essere fiducia, non ci sarà fiducia come avevo detto alla Camera. Ci abbiamo messo tre giorni, 250 emendamenti, ma è stata una discussione franca nella quale siamo arrivati ad approvarlo senza fiducia, come avevo detto".

IVA - Quanto all'Iva, Di Maio spiega che ''non ci sarà nessun aumento, disinnescheremo le clausole di salvaguardia''.

FOODORA - Sul fronte Foodora, il ministro sottolinea che "Foodora va via non solo dall'Italia, ma anche da Francia e Australia perché considera in questi mercati difficili. Noi - assicura Di Maio - vogliamo dare più tutele e garantire un salario minimo ai raider. Se vanno via per questo va bene''. ''Noi a settembre ricominceremo il tavolo per i diritti dei raider - continua -. Oggi molti giovani lavorano per dire che lavorano, senza guadagnare. Basta essere sfruttati''.

VACCINI - A favore dei vaccini ma contro le sanzioni. Così Di Maio spiega la posizione del M5S in tema di immunizzazione: "Credo -sottolinea - che i vaccini siano un tema che nel Paese crea sempre grande discussione. Per questo governo i vaccini sono una priorità, solo che in campagna elettorale abbiamo detto chiaramente che vogliamo che i bambini facciano il vaccino, che i genitori siano sensibilizzati a far fare il vaccino ai bambini, che ci sia massima copertura vaccinale. Ma allo stesso tempo non è solo con gli obblighi, minacciando di non mandare i bambini a scuola, che si riesce ad ottenere questo risultato, perchè se i genitori non vogliono vaccinare i bambini noi dobbiamo agire sui genitori e non togliere anche il diritto all'istruzione ai bambini che non hanno colpe di questa situazione".

"Penso - insiste Di Maio - che questo tema della sanzione sia un approccio sbagliato. Noi dobbiamo coinvolgere le famiglie e spiegargli chiaramente, attraverso il loro pediatra, che devono ascoltare il medico, devono ascoltare il pediatra quando gli dice che devono vaccinare i bambini. Noi siamo a favore dei vaccini, la ministra della Salute sta per avere un bambino e ha già detto che vorrà vaccinarlo. Però una cosa deve essere chiara: in campagna elettorale abbiamo detto che per noi dire che non vai a scuola se non ti vaccini, danneggiando il bambino, è una cosa sbagliata e quindi stiamo mantenendo una promessa, sia noi che la Lega, che l'abbiamo portata avanti in campagna elettorale".

"Siamo fermamente convinti - conclude il vicepremier - che le vaccinazioni vanno fatte ai bambini, poi ci sono altre persone che credono che non vadano fatte e quelle persone non la pensano come noi".

RAZZISMO - Di Maio affronta poi la riforma della legge Mancino proposta dal ministro Lorenzo Fontana, bollandola come "una sua idea". "Non dobbiamo alimentare discussioni di distrazione di massa. Non c'è nessuna emergenza razzismo. Se continuiamo a discutere di questa roba, gli italiani non ci seguono", spiega Di Maio.

"Questo è un Paese - ricorda - che ha cinque milioni di persone in povertà assoluta. Vogliamo discutere di legge Mancino? Non c'è nel contratto di governo. Il tema vero è che quando cinque milioni di persone in povertà assoluta o un imprenditore sotto il colpo di burocrazia e tasse ogni giorno vede questo dibattito sulla legge Mancino si chiede: questo governo le ha capite quali sono le priorità? Qui non c'è nessuna emergenza razzismo, ce l'ha dimostrato il fatto di quella nostra atleta che all'inizio sembrava essere stata aggredita dai dei razzisti, poi si è scoperto che era il figlio di uno del Pd".

Episodi di matrice razzista ci sono stati "nello stesso numero degli anni precedenti -puntualizza il vicepremier- invece adesso fa notizia perchè si deve attaccare questo governo sul fatto del razzismo. Gli italiani hanno altri problemi: tasse, burocrazia, il lavoro per i loro figli, il lavoro per se stessi".

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