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"Tesla resta in Borsa", dietrofront di Musk

25 agosto 2018 | 09.12
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(Ipa/Fotogramma)
(Ipa/Fotogramma)

Marcia indietro di Elon Musk sull'ipotesi di ritirare il titolo Tesla dai listini di Borsa. Il creatore e amministratore delegato dell'azienda con un messaggio a borse chiuse ha comunicato di aver abbandonato l'ipotesi, fatta lo scorso 7 agosto con un discusso tweet a listini aperti, di ritirare il flottante della società che produce vetture elettriche di lusso. La decisione è stata comunicata al Consiglio di Tesla giovedì.

"Credo che il modo migliore per Tesla sia quello di rimanere una compagnia quotata" ha scritto Musk sul sito web di Tesla spiegando di essere arrivato alla decisione dopo un confronto con azionisti e consulenti di Silver Lake, Goldman Sachs e Morgan Stanley.

"Alla luce delle risposte che ho ricevuto - spiega - è evidente che la maggior parte degli attuali azionisti di Tesla ritiene che sia meglio" che la società rimanga sul listino. "Anche se la maggioranza degli azionisti con cui ho parlato mi ha detto che sarebbero rimasti con Tesla" se fosse stata ritirata dai listini Musk spiega che il sentimento degli interlocutori "era, in poche parole, 'per favore non farlo'".

"Sapevo che il processo di privatizzazione sarebbe stato impegnativo, ma è chiaro - ammette - che sarebbe ancora più dispendioso in termini di tempo e di distrazione rispetto a quanto inizialmente previsto".

Sei membri del consiglio di amministrazione di Tesla hanno confermato in una dichiarazione che Musk li aveva informati della sua decisione e hanno aggiunto che l'amministratore delegato gode del loro pieno sostegno. Nel documento non si fa cenno alla possibilità - espressa nei giorni scorsi al 'Financial Times' - di affiancare a Musk un chief operating officer per la gestione dell'azienda.

Sullo sfondo della vicenda il ruolo del Pif, il Fondo statale per gli investimenti dell'Arabia, che ha investito 2 miliardi di dollari in Tesla: un impegno che avrebbe spinto l'imprenditore a credere di godere di un finanziamento sicuro per l'uscita dalla Borsa. Un sostegno che in realtà - anche alla luce delle ultime strategie di esposizione adottate da Ryad - probabilmente non c'è mai stato e che avrebbe reso l'operazione assai complicata con possibili rischi per la sopravvivenza di una Tesla che, nonostante i progressi, è ancora lontana dalla generazione di utili e di un flusso produttivo all'altezza degli impegni economici.

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