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Stamp: "Fatture elettroniche tax free successo per Pa e concorrenza"

04 settembre 2018 | 12.36
LETTURA: 6 minuti

Stefano Fontolan
Stefano Fontolan

Sabato 1 settembre, a due anni dalla legge, dopo 9 mesi di proroga e 4 mesi di fase di test, è entrato in vigore l'obbligo di Dogana digitale e fatturazione elettronica per il tax free shopping, le vendite di beni esenti Iva ai residenti extra-Ue. I primi giorni della riforma si sono rivelati un successo per il sistema sviluppato dall’Agenzia delle Dogane, che ha retto bene l’incremento esponenziale delle richieste e stabilito un nuovo record per la Pa digitale italiana. In questo modo infatti, non solo l'Italia emula sistemi simili già in uso in altri paesi Europei, ma vi si pone all’avanguardia grazie all’innovazione di Otello 2.0.

"Ci congratuliamo con il nucleo tecnologie delle Dogane di Teresa Alvaro, da pochissimo nominata a capo dell'Agid, e la Sogei, che hanno sviluppato un sistema solido arrivando prima e meglio di tanti privati su questa fondamentale riforma digitale, smentendo nei fatti le fake news fatte circolare questa estate, che volevano il sistema non pronto - commenta Stefano Fontolan, cofondatore di Stamp, divenuta in poco tempo riferimento digitale del mercato tax free -. Anche Stamp ha funzionato perfettamente".

"Ci stupisce invece -aggiunge Fontolan- che a legge già avviata, e dopo un anno di tempo per adeguare tutti gli esercenti partner al nuovo sistema, i due principali operatori del tax refund, ovvero gli intermediari di rimborsi parziali dell’Iva ai turisti, invece di garantire il servizio cerchino un ulteriore rinvio della riforma agendo dietro le quinte del Parlamento e premendo sul direttore uscente dell’Agenzia delle Dogane, Giovanni Kessler, pur comunicando pubblicamente entusiasmo per questa innovazione".

Una situazione, che ad avviso di Fontolan, emergerebbe da "uno scambio di lettere pubblicato dall’agenzia Il Velino, nel quale lo stesso direttore offre una sponda alle richieste pressanti di questi operatori, contraddicendo apparentemente l’impegno di anni della sua stessa struttura. Speriamo in entrambi i casi si tratti solo di un equivoco. Noi siamo invece convinti che un nuovo rinvio, e per di più retroattivo data la normativa già in essere, non avrebbe alcuna motivazione obiettiva e nuocerebbe gravemente alla riforma minandone la credibilità. Ci auguriamo invece che questo fondamentale cambiamento sia l’occasione per rendere il mercato tax free, fino a oggi ristretto a pochissimi grandi operatori, più efficiente, trasparente e democratico”.

Stamp, nata nel 2017 a Milano, è stata la prima società ad integrarsi alla fattura elettronica Otello 2.0 per il tax free, garantendo l’emissione di questa fatture gratuitamente già da maggio ai propri negozi partner, e divenendo in pochi mesi il punto di riferimento del tax free digitale in Italia. Il punto di forza comunicato dall’azienda tecnologica è di trasformare ogni negozio in un Duty free in città, eliminando carte code e commissioni, a vantaggio dell’attrattiva turistica di commercianti e sistema paese.

Global Blue, a partire dall'entrata in vigore dell'obbligo di Dogana digitale e fatturazione elettronica per il tax free shopping, il primo settembre scorso, ha trasmesso in media 7.000 fatture in digitale al giorno, dopo un picco nel primo giorno di 9.525 fatture. E' quanto sottolinea l'operatore di tax refund in una nota in merito alle affermazioni di Stefano Fontolan. Si tratta, aggiunge, di "numeri che parlano da soli. Come si può ben immaginare - e come possono testimoniare le migliaia di negozi e partner affiliati - Global Blue, non solo in questi primi giorni di settembre, ma in tutti i mesi precedenti, ha infatti moltiplicato le risorse, il supporto e l'assistenza messe in campo. Per non parlare degli strumenti digitali che dialogano con il sistema doganale Otello 2.0 sviluppati ad hoc per i commercianti italiani".

"Tutto ciò perché il sistema fosse perfettamente funzionante nei tempi previsti. Le criticità -continua la nota- in questi giorni, le stanno riscontrando quei merchant, non solo piccoli o medi ma anche famosi marchi internazionali, che non sono riusciti a completare il processo di accreditamento e di transizione al nuovo sistema digitale nei tempi previsti. Nulla legato ai servizi offerti da Global Blue". "Ed è stato solo ed esclusivamente per questo motivo, ovvero per tutelare quelle migliaia di commercianti italiani (poco meno del 50% del mercato) che, non essendosi ancora accreditati, rischiano di perdere importanti opportunità di vendita, che negli ultimi mesi, unitamente agli altri principali operatori del mercato del tax free -precisa la nota- è stata chiesta alle Istituzioni competenti una proroga di pochi mesi per l'entrata in vigore del nuovo sistema digitale".

Global Blue -si legge ancora nella nota- è stato il primo e principale partner di Agenzia delle Dogane nell'ideazione e implementazione, sotto il coordinamento del Direttore Teresa Alvaro, del nuovo sistema totalmente digitale per il tax free shopping". "Siamo stati tra i primi perché non solo siamo convinti che tutto questo porterà importanti benefici per il mercato turistico italiano, ma perché siamo i primi a credere nei riflessi positivi della concorrenza. E per questo non possiamo accettare accuse che nulla hanno a che vedere con i fatti reali", conclude la nota.

Alle dichiarazioni di Global Blue Fontolan replica così: "Prendiamo atto con soddisfazione circa la bontà della riforma espressa dalla Global Blue. Appare quindi ancora più incomprensibile la loro ammissione di richiesta di nuova proroga dal momento che la proroga c'è già stata lo scorso anno dal 1 gennaio al 1 settembre 2018, con 4 mesi di doppio binario". "In questo lungo periodo -aggiunge- c'è stata tutta la possibilità di testare il sistema e adeguarsi alla nuova normativa come del resto la stessa azienda dichiara, citando i suoi dati di fatturazione. Risultano pertanto dati privi di fondamento e poco credibili quelli riportati riguardo al 50% di esercenti, tra cui grandi marchi internazionali, che sarebbero in crisi per il mancato adeguamento al nuovo sistema. Perché dunque Global Blue, società privata, parla a nome di tutto il mercato? E' evidente - sottolinea - che il riferimento è ai propri partner commerciali".

Infine, conclude Fontolan, "se è vero che Global Blue è la prima a credere nei benefici della concorrenza, non si vede perché cercare di bloccare ancora una volta la riforma che la rende possibile. Ci auguriamo che nei prossimi dibattiti parlamentari non vengano chiesti emendamenti che avrebbero ora il solo scopo di fermare il cammino dell'innovazione e gettare nel caos gli esercenti adeguati e creare disagi fiscali".

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