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Di Maio sblocca Ilva

07 settembre 2018 | 07.36
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(Fotogramma)
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Si è sbloccata solo all’alba di ieri, dopo quasi 18 ore di confronto ininterrotto, la trattativa tra Mittal e sindacati per la cessione del gruppo Ilva. A fare decollare un negoziato che procedeva tra mille difficoltà e che non era riuscito fino ad allora ad avvicinare le parti, la decisione verso le 5 di mattina di ArcelorMittal di aprire alla richiesta dei sindacati di ritoccare il numero delle riassunzioni nella newco di prossima istituzione.

Probabilmente spinta anche da un atteggiamento del Governo che non ha mollato la presa, la multinazionale dell’acciaio ha quindi portato dai 10.300 inizialmente proposti, 10.100 subito più altri 200 entro il 2021, a 10.700 le assunzioni da effettuare, e tutte entro il 2018. La decisione - come raccontano i protagonisti della trattativa - assieme a quella già messa sul tavolo di confronto di riassorbire tutti gli eventuali esuberi che fossero rimasti nella vecchia Ilva dopo il 2023, ha di fatto spianato la strada all'accordo.

Ma ad un passo dall’intesa due inciampi, poi risolti, hanno rallentato la firma dell’accordo. Il primo quando Mittal ha cercato di inserire nel testo, relativamente alla riassunzione in continuità contrattuale la clausola per cui il riconoscimento per tutti dell’articolo 18 avveniva "salvo eventuali modifiche di legge"; il secondo relativo alla ripartizione delle assunzioni nei diversi stabilimenti, poi superato con la conferma della validità dell'accordo di programma per Genova.

"Dopo oltre 18 ore di trattativa, una lotta lunga fatta dai rappresentanti dei lavoratori per ottenere delle condizioni migliori, si è arrivati all'accordo sull'Ilva. L'accordo definitivo che è senz'altro il miglior possibile nelle peggiori condizioni possibili", ha commentato dopo la firma il ministro Luigi Di Maio, che ha raccolto ieri il plauso della Fiom per il "ruolo fondamentale" nella trattativa sull'Ilva. A tributare gli onori, il leader Fiom, Francesca Re David che ha riconosciuto al vicepremier un "ruolo fondamentale in un momento chiave della trattativa per sbloccare un punto importantissimo, ossia il numero delle assunzioni iniziali e consentire con quel passaggio la chiusura dell’accordo".

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