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Di Maio: "Tetto 2% deficit non è tabù"

26 settembre 2018 | 08.23
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Il 2% del rapporto deficit-pil nel 2019 "non è un tabù ma sia chiaro che voglio affrontare questo tema con la massima responsabilità". Così il vice premier Luigi Di Maio, a 'Circo Massimo' su Radio Capital, parla della manovra attualmente sotto la lente del governo. "Si sta discutendo" per fare "più dell'1,6% di deficit-pil" ma "non è una sfida a fare deficit ma una sfida a mantenere le promesse per un paese migliore", sottolinea il vicepremier, senza sbilanciarsi però su cifre precise del disavanzo in vista della Nota di aggiornamento al Def attesa domani in Cdm.

"La mia non è una minaccia ma va da sé che il Movimento 5 Stelle vota manovra coraggiosa", aggiunge. Sul deficit "siamo ben consapevoli che ci sono equilibri finanziari e conti da tenere in ordine e nessuno lo mette in discussione" ma "sui livelli del deficit dico: prima dobbiamo soddisfare le esigenze dei cittadini" con il reddito di cittadinanza e altre misure per avvantaggiare le fasce più deboli "e in base a quella spesa facciamo tagli per esempio sugli sconti alle piattaforme petrolifere e alle banche". Si tratta di "deficit positivo" dice, osservando che "le misure che stiamo mettendo in piedi" produrranno crescita anche negli anni a venire. Il livello del pil? "Dipende dagli investimenti che faremo", osserva infine il vice premier.

Per quanto riguarda la pace fiscale, che il governo Conte dovrebbe inserire nella Legge di Bilancio 2019, secondo il vicepremier "non può essere un condono perché non lo voteremo". Inoltre "non ci saranno scudi" e "no alla soglia di 1 mln euro perché per noi non è accettabile", aggiunge, spiegando che la pace fiscale dovrà andare incontro ai contribuenti onesti che vorrebbero mettersi in regola ma non hanno sufficienti risorse economiche.

DECRETO SU GENOVA - "In giornata questo decreto andrà al Quirinale, deve andare al Quirinale". Così il vice premier Luigi Di Maio, a 'Circo Massimo' su Radio Capital, parla del decreto su Genova. finito ieri al centro delle polemiche per le presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all'origine di un blocco da parte della Ragioneria e del conseguente ritardo della sua trasmissione al Colle per l'esame del presidente della Repubblica.

Il lavoro alla Rgs per inserire e definire cifre e coperture del dl "non lo interpreto come se si volesse fermare" il decreto, chiarisce Di Maio, il fatto è semmai che "la Ragioneria generale dello Stato sta lavorando anche al Def e alla Legge di bilancio". Ad ogni modo "il decreto è pronto", ribadisce, esprimendo l'intenzione di chiamare il Mef perché "il decreto si deve mandare al Quirinale". Quanto al nome del commissario per Genova aggiunge: "Ci sarà non appena il decreto verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale".

RELAZIONE DEL MIT - Per quanto riguarda la relazione della commissione del Mit sul crollo del viadotto genovese, dalla quale è emersa "una irresponsabile minimizzazione dei necessari interventi" da parte di Autostrade, il ministro del Lavoro ha definito il documento pubblicato ieri "inquietante" in quanto "si dice che Autostrade sapeva tutto e non ha fatto niente". La relazione, aggiunge il vicepremier, "ci apre una prateria per revocare la concessione ad Autostrade".

TRIA - In merito al rapporto con il ministro dell'economia Giovanni Tria "noi ci fidiamo", sostiene il vicepremier, ma "lo sanno tutti cittadini che dentro questi ministeri ci sono una serie di persone messe da quelli di prima che ci remano contro". Interpellato sul fatto che Tria possa o meno stare sereno, Di Maio risponde sorridendo facendo allusione ad una nota frase dell'ex premier Renzi: "Assolutamente non si deve usare questa parola se si vuole bene a una persona".

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