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Variabile o fisso, quale mutuo con lo spread

08 ottobre 2018 | 07.04
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Lo spread, ossia il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi, continua la sua ascesa provocando molta preoccupazione tra gli italiani, specialmente tra quelli che hanno un mutuo a tasso variabile. La paura, infatti, è che con l'aumento dello spread ci sia un aumento notevole dei tassi di interessi sui mutui, facendo così aumentare l'importo della rata mensile. C'è meno preoccupazione, invece, tra quelli che hanno un mutuo a tasso fisso, i quali è proprio in occasioni come queste che ritengono di aver fatto la scelta giusta, accettando un tasso di interesse più alto rispetto a quello attuale, ma allo stesso tempo avendo la garanzia che la rata del mutuo resti invariabile nel tempo.

Facciamo chiarezza su quali possono essere le effettive conseguenze che l'aumento dello spread Btp-Bund può avere sul mutuo. Non è corretto, infatti, sostenere che l'aumento del differenziale tra Btp Bund comporta un aumento automatico dei tassi di interesse dei mutui. Quando si parla di spread dei mutui non si fa riferimento a questo differenziale bensì al margine di guadagno che applica la banca, che si aggiunge al parametro di riferimento - che può essere il tasso Euribor (mutuo variabile) o Eurirs (mutuo fisso) - così da determinare il tasso finale su cui il cliente paga le rate del piano ammortamento. A tal proposito è importante sottolineare che attualmente i tassi di interesse dei mutui a tasso variabile sono decisi in base all'indice Euribor. Non c'è nessuna influenza, quindi, da parte dello spread Btp decennali e Bund tedeschi. Fino a quando non ci sarà un aumento del tasso Euribor chi ha un mutuo a tasso variabile può stare tranquillo. Se, tuttavia, non ve la sentite di rischiare e volete essere tranquilli per il futuro vi consigliamo di stipulare un mutuo a tasso fisso. Concludiamo con un esempio a sostegno della nostra tesi. Molti di voi sicuramente ricorderanno il 2011 quando con la crisi del governo Berlusconi lo spread toccò il massimo storico di 575 punti. In quell'occasione il tasso Eurirs che determina i mutui a tasso fisso è sceso, fino ad arrivare sotto il 3%. Lo stesso successe per il tasso Euribor 3 mesi che si applica per i mutui a tasso variabile: nonostante la salita inesorabile dello spread, quindi, il tasso continuò a scendere toccando quota 1,36.

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