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"Rischio mafia", allarme su Ponte Genova

10 ottobre 2018 | 10.16
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(Afp)
(Afp)

Rischio di infiltrazioni mafiose. E' l'allarme lanciato sul decreto per Genova dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, in audizione davanti alle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti. "Vorrei segnalare una lacuna, che sarà frutto di disattenzione, conoscendo la sensibilità di Parlamento e governo in materia: la deroga a tutte le norme extrapenali comporta anche la deroga al codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive", avverte.

"Non ritengo - aggiunge - di dover sottolineare i rischi insiti in tale omissione soprattutto perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile knowhow". "La Liguria è terra ovviamente non di mafia ma in cui purtroppo le organizzazioni criminali stanno cercando di infiltrarsi. Una barriera altissima contro questo rischio - sottolinea - va necessariamente prevista e sono certa sarà introdotta".

"Ho perplessità - osserva ancora - sulle disposizioni che prevedono la deroga a tutte le norme dell'ordinamento italiano ad esclusione di quelle penali. Una disposizione senza precedenti che consente al commissario - nota - di muoversi con assoluta e totale libertà, imponendogli - conclude - solo i principi inderogabili dell'Unione Europea e ovviamente i principi costituzionali".

In merito alle dichiarazioni del presidente Anac, da Palazzo Chigi fanno notare che - come affermato dallo stesso Cantone - nel decreto non vi è deroga alle norme penali. La deroga alle norme interne, diverse da quelle penali, serve per ricostruire rapidamente il ponte, è il ragionamento che fanno a Palazzo Chigi. Il chiaro obiettivo, viene spiegato, è quello di evitare passaggi procedimentali e burocratici che appesantirebbero l’iter per la ricostruzione, non più rinviabile. Siamo certi che la ricostruzione, che sarà avviata dal commissario Marco Bucci, procederà con rapidità ed efficienza e, ovviamente, nel pieno rispetto dei principi di legalità che sono, comunque, già assicurati dall’osservanza delle norme europee che il decreto prevede. Su questo fondamentale aspetto c’è la consapevolezza che ogni confronto con Anac potrà essere utile.

Con Palazzo Chigi "credo ci sia un equivoco - replica Cantone - io ho parlato non delle norme penali, che so bene non sono derogabili, ma delle interdittive antimafia che sono extrapenali e che, così com'è il decreto legge, non si applicano. Prendo atto che la volontà non era questa e mi auguro che il decreto sia corretto".

Commentando le dichiarazioni di Cantone, il ministro dell'Interno Matteo Salvini dice ad Agorà su Rai 3: "A un evento eccezionale devono corrispondere interventi eccezionali: se uno sta lì a seguire il Codice degli appalti, la burocrazia e la gara europea tra cinque anni siamo ancora a discutere del ponte". Il vicepremier annuncia che chiederà di "incontrare Cantone tra oggi e domani", anche per attenzionare il rischio "di infiltrazioni mafiose a Genova", sollevato dal capo dell'Anac, "ha ragione e sono cose di cui mi occupo io".

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