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Alitalia di Stato, scontro nel governo

13 ottobre 2018 | 07.34
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Il futuro della nuova Alitalia genera malumori nel governo. Il piano presentato ieri dal vicepremier Luigi Di Maio, con una soluzione che vedrà l'ingresso dello Stato nel capitale della newco, il coinvolgimento di altre aziende pubbliche, Fs in primis e Cdp, e l'arrivo di un partner industriale internazionale, crea qualche divergenza con il ministro dell'Economia, Giovani Tria. Da Bali, dove si trova per l'incontro annuale dell'Fmi, il titolare di via XX Settembre frena e sottolinea: "Penso che delle cose che fa il Tesoro ne debba parlare il ministro dell'Economia e io non ne ho parlato".

In serata, il vicepremier precisa comunque che con Tria, sulla vicenda, non c'è stata alcuna divergenza. Ma che, semplicemente, è "nel contratto di governo". "Si andrà avanti - ha spiegato Di Maio - perché siamo d'accordo come ministri, come forze politiche, il presidente del Consiglio sostiene questa ipotesi, quindi avremo tutto il modo per arrivare all'obiettivo senza alcun tipo di scontro o di controversie". In un'intervista al 'Sole 24Ore', Di Maio aveva spiegato che "il ministero dell’Economia convertirà in equity parte del prestito con cui coprirà la quota del 15% di partecipazione nella Newco".

L'esecutivo punta a fare dell'ex compagnia di bandiera una leva di attrazione turistica salvaguardando i livelli occupazionali, con la previsione di un investimento complessivo fino a 2 miliardi di euro. Una linea seguita dal premier Giuseppe Conte, che ha definito "ottimo" il lavoro svolto da Di Maio e per il quale "l'ingresso di Ferrovie, permetterebbe ad esempio di lavorare al biglietto unico treno-aereo". Il 31 ottobre scade il termine per le offerte. Ieri Fs ha presentato la sua proposta. Una manifestazione di interesse per Alitalia "necessaria - spiega la società - per analizzare al meglio il dossier", ma non vincolante in questa fase.

Ieri al Mise, Di Maio ha incontrato i sindacati, illustrando la direzione di marcia sul dossier. Il primo punto fermo è quello dei tempi: "Il termine della procedura è quella del 31 ottobre e vogliamo rispettare questa scadenza - ha detto Di Maio -. Attendiamo l'arrivo entro quella data di un'offerta vincolante". L'architettura della nuova governance di Alitalia è ancora "da definire e da chiarire" ma uno dei capisaldi è quello della presenza dello Stato nel capitale della nuova con la conversione in equity del prestito ponte. A questo si aggiungono il ruolo strategico di Fs spa, auspicabilmente, sottolinea il ministro, "anche finanziario" e il ruolo di Cdp per il finanziamento della flotta.

Tre gli auspici snocciolati dal vicepremier. Il primo, la presenza del governo, che "ci sarà direttamente con una conversione di una parte del prestito". Secondo, "una partnership strategica con le Fs, ed è auspicabile anche finanziaria". Terzo "dal momento che dobbiamo cambiare la flotta, sono sicuro che Cdp ci possa dare una mano nell'operazione di finanziamento di acquisto o leasing di nuovi aerei". Altro pilastro è il partner internazionale. Di Maio non si è sbilanciato con i nomi ma ha assicurato che sono molte le compagnie interessate, anche europee. Quanto all'occupazione, per Alitalia, Di Maio ha prospettato il 'modello Ilva'. "Se si farà una bad company, questa non riguarderà i lavoratori" ha assicurato il vicepremier.

Da Bruxelles, intanto, l'Unione Europea ha ricordato che "l'intervento pubblico nelle aziende deve rispettare le regole Ue sugli aiuti di Stato, che assicurano che le imprese competano sulla base dei propri meriti, piuttosto che appoggiarsi sul sostegno pubblico per rimanere sul mercato".

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