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Huawei: "Tecnologia per elevare il potenziale delle persone"

21 ottobre 2018 | 16.15
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Huawei:

"Le tecnologie devono portare benefici. E questi benefici devono essere tantissimi. Gli utenti devono avere più tempo a disposizione, senza dover più mettersi a pensare a cosa fanno con un dispositivo in mano. Quello che la tecnologia deve fare è elevare il potenziale delle persone". E' il pensiero che Isabella Lazzini, retail & marketing Director di Huawei CBG Italia, esprime all'Adnkronos in occasione del lancio della nuova famiglia degli smartphone Mate, tra cui c'è il Mate 20 Pro, il top di gamma dell'azienda cinese che racchiude tanta potenza nel campo della IA e molte novità, alcune totalmente inedite nel panorama dei cellulari. Tanto che Lazzini non rinuncia a commentare: "E' arrivata una nuova intelligenza sul mercato". Presentata a Londra nel corso di un evento all'Excel Exhibition Center dal ceo Richard Yu, la serie è composta oltre che dal Mate 20 Pro, anche dal Mate 20, dal Mate 20 X (con schermo da 7,2'') e dal Mate 20 RS Porsche Design.

Oltre alla batteria particolarmente potente, da 4200mAh, che permette al telefono di sopravvivere ad un utilizzo 'pesante' ben più di un singolo giorno, oppure allo schermo amoled 2K+ con bordi curvi da 6,39'', lo sforzo fatto dal colosso cinese per diventare leader in un settore molto competitivo si vede nel design e nell'utilizzo che viene fatto del processore Kirin 980. Proprio su questo, Lazzini spiega: "E' dotato di doppia rete neurale per l'intelligenza artificiale e continua ad apprendere. Significa che non dobbiamo più perdere tempo noi a pensare. Lo smartphone oramai è un assistente, lo portiamo con noi tutto il giorno. Deve essere più che smart. Grazie a questo processore strizziamo l'occhio non solo ai giovani, ma anche alle nuove professionalità".

E questo come? Con l'app di Huawei per la modellazione 3D, ad esempio, che permette di 'registrare' con la fotocamera un oggetto e, dopo pochi secondi di elaborazione, riprodurlo con un dettaglio molto elevato sullo schermo dello smartphone. "Questo permette molti utilizzi: penso ai professionisti che in giro vedono un oggetto fonte di ispirazione e hanno a portata di mano la possibilità di modellarlo in 3D con tempi di elaborazione molto veloci. Insomma, è una killer app", aggiunge Lazzini. Ma non solo killer app: è una tecnologia che potrebbe aprire le porte a una maggiore fruibilità della stampa a tre dimensioni, che oggi ancora stenta a decollare, ma che attraverso tecnologie del genere potrebbe invece trovare una spinta grazie all'utilizzo di massa.

Sul design del Mate 20 e del Mate 20 Pro, particolare attenzione Huawei l'ha focalizzata sulle forme e la posizione delle tre fotocamere posteriori. Sono simmetriche, in una griglia 2x2 e mutuano la loro forma dai fari delle Porsche 918, poiché la casa di Stoccarda è storico partner dell'azienda cinese e da anni presentano le versioni di smartphone dedicate alle auto sportive.

"Il look del telefono – dice ancora Lazzini - introduce nel mercato un carattere distintivo: la fotocamera da un look simmetrico e dona allo smartphone grande carattere ma allo stesso tempo non perde l'eleganza e la bellezza della simmetria".

Quanto alla tecnologia racchiusa sotto questa simmetria, Huawei ha portato qualche novità nel top della serie rispetto a quanto visto sui P20 Pro. Scompare, infatti, la fotocamera in bianco e nero per fare spazio a un grandangolo molto spinto. Questo perché, dice Lazzini, "oggi tutti comunichiamo con le foto e con i video. Abbiamo preso le fotocamere del P20 Pro e le abbiamo migliorate, una lente ultra wide angle mancava e l'utenza lo chiedeva, dà la possibilità di catturare più cose”.

Huawei, con il Mate 20 Pro si è anche sbizzarrita con una particolarità unica sul mercato: per la prima volta uno smartphone diventa una stazione di ricarica wireless per altri dispositivi. Dal palco di Londra il ceo Yu ha scherzato, mostrando l'immagine di un iPhone che si caricava su un Mate 20 Pro, ma la novità è davvero innovativa: "Permette di caricare un qualsiasi dispositivo con standard QI – conclude Lazzini - e il che vuol dire anche quelli indossabili" come gli smartwatch, facendo sì che non sia più necessario portarsi dietro più di un caricabatteria alla volta.

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