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Confindustria: "Sciopero? Possibile"

27 ottobre 2018 | 11.43
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Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria (FOTOGRAMMA)
Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria (FOTOGRAMMA)

"Organizzare una giornata di sciopero? Sono tutte ipotesi possibili, il problema è l'alternativa. Se serve a far cambiare idea, se ne può parlare". Lo ha detto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, parlando con i giornalisti a Firenze, a margine della festa del quotidiano 'Il Foglio' a Palazzo Vecchio, a proposito della possibilità che anche gli imprenditori possano scendere in piazza contro la manovra. "I risultati di questa manovra sono oggetto di responsabilità di questo governo. Non vorremmo che tra qualche mese non ci siano e la colpa è dell'Europa o di altri".

"Questo governo deve cominciare a fare i conti con le proprie responsabilità, dopodiché i corpi intermedi dello Stato possono fare molto in termini di proposte, di protesta, di denuncia di criticità, in toni più accesi o meno. Ma i contenuti sono questi - ha aggiunto -. Non è nei toni che si fa la differenza ma nella capacità di capire che ci sono alcune criticità e nel caso cambiare".

MANOVRA - "Se ci sarà crescita - ha proseguito Boccia - questo governo avrà creato una dimensione di successo, se non ci sarà non solo rende insostenibile la manovra ma perde credibilità". E ancora: "Non è che ci mettiamo a fare le cose per fargli cambiare idea e andare sotto palazzo Chigi - ha continuato il presidente di Confindustria in merito ai malumori degli imprenditori del Triveneto rispetto alla manovra -. Gli imprenditori del Nord-Est sono i nostri imprenditori, non è che ci mettiamo a fare del folklore per fare contenta la pancia del sistema".

"Dobbiamo interpretare il sistema e costruire una criticità in rapporto al governo che sia nei contenuti - ha detto Boccia -. Quando gli imprenditori scendono in piazza significa che c'è un declino totale del Paese, non è un penultimatum, saremmo alla frutta. Cerchiamo di non arrivarci mai". La manovra si basa "su due pilastri. Uno è quello del contratto di governo. L'altro sarebbe, a detta del governo, quello della crescita" ma per quest'ultimo "non c'è nulla".

DRAGHI - Infine, in merito alle frasi sul governatore della Banca Centrare Europea, "non aveva alcun senso attaccare la Bce, non mi sembra che Draghi sia contro l'Italia. La questione del quantitative easing (Qe, ndr) è nell'interesse dell'Italia. Abbiamo un governatore della Bce cha ha salvato l'Italia, non mi sembra affatto che sia contro il nostro Paese".

"Il problema - ha proseguito - è accettare le critiche e capire cosa c'è dietro, e cercare di migliorare e costruire".

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